Con la manovra si profila una stretta all’età pensionabile: potrebbe essere anticipato dal 2015 al 2013 l’aggancio del momento dell’effettivo pensionamento all’aspettativa di vita.
Il pacchetto dovrebbe includere un prelievo sulle pensioni d’oro e l’aumento dell’aliquota contributiva dei parasubordinati al 33%. Nel menù della manovra pluriennale da 43-45 miliardi anche 3 miliardi di tagli ai Comuni e l’addio alle fatture per piccoli artigiani e commercianti. Per finanziare la riforma fiscale 16 miliardi arriveranno dal taglio delle attuali 476 agevolazioni fiscali.
Anticipo dal 2015 al 2013 dell’aggancio del momento del pensionamento effettivo all’aspettativa di vita, blocco della rivalutazione automatica per le cosiddette pensioni d’oro e aumento dell’aliquota contributiva dei parasubordinati al 33%. Il pacchetto previdenziale destinato a far parte della manovra pluriennale da 43-45 miliardi sta prendendo forma. Un pacchetto nel quale potrebbe rientrare anche l’innalzamento a 65 anni dell’età per la pensione di vecchiaia delle lavoratrici private, su cui però i sindacati frenano e anche il ministero del Lavoro nicchia. Non è ancora esclusa, tra l’altro, l’ipotesi di varare tutte queste misure in autunno con la legge di stabilità.
Al momento, comunque, il veicolo della manovra resta quello più probabile. L’entrata in vigore del meccanismo di aggancio dell’età pensionabile alla speranza di vita, fissato dal ministro Giulio Tremonti lo scorso anno al 2015, verrebbe anticipato di due anni. Non solo: dovrebbe essere anche accelerato il dispositivo di aggiornamento dei coefficienti (da triennale a biennale). Un intervento che dovrebbe garantire almeno 1,5-2 miliardi.
Altri 350 milioni arriverebbero dall’aumento al 33% dell’aliquota sui parasubordinati e 140-150 milioni l’anno dal blocco della rivalutazione automatica delle pensioni d’oro (quelle 8 volte superiori al minimo).
Quanto agli altri interventi della manovra, che sarà varata dal Governo tra il 28 e il 30 giugno, il menù delle possibili misure è ormai definito. I Comuni sarebbero interessati da tagli per 3 miliardi ma, almeno quelli virtuosi, beneficerebbero di un allentamento del patto di stabilità interno. Confermato un intervento sulla sanità da 5-6 miliardi: passaggio dalla spesa storica ai costi standard, riduzione della spesa farmaceutica e razionalizzazione degli ospedali. Altri 5-6 arriverebbero dai tagli ai ministeri (in prevalenza con i costi standard). Confermata anche la stretta sul pubblico impiego: blocco totale del turn over e prolungamento al 2014 del congelamento degli adeguamenti contrattuali. Quasi certi anche i tagli ai costi della politica e le misure per la riduzione degli enti pubblici.
La riforma fiscale sarà collegata alla manovra con un delega, ma il decreto conterrà anche un capitolo fiscale che si muove su due direttrici principali: le semplificazioni degli adempimenti e il contenzioso tributario. Tra gli interventi di snellimento degli obblighi fiscali, che si andranno ad aggiungere a quelli appena approvati dalla Camera con il Dl sviluppo, spicca l’addio alla fattura per i piccoli artigiani e commercianti. In sostanza, per gli ambulanti o le piccole botteghe di artigiani e commercianti la fattura, fino ad oggi compilata a mano, sarà sostituita dallo scontrino fiscale, rivisto e corretto. In arrivo anche la riduzione della ritenuta d’acconto dal 10 al 4% sui bonifici bancari per il pagamento dei lavori di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica degli immobili. Il decreto dovrebbe contenere anche un piano sul contenzioso tributario (riduzione dell’arretrato e accelerazione dei tempi delle decisioni) che poggia sul premio di produttività da riconoscere ai giudici tributari in grado di smaltire in un anno almeno il 10% delle liti pendenti. Per sostenere l’incentivo verrà introdotto il contributo unificato, una sorta di tassa di ingresso al contenzioso parametrata al valore della lite
Ilsole24ore.com – 23 giugno 2011