Il Sole 24 Ore lunedì. Il compromesso sulla scuola, raggiunto nella notte tra sabato e domenica, porta a un aumento generalizzato della didattica digitale integrata nelle scuole superiori che dovrà attestarsi a una quota pari «almeno al 75% delle attività», anche qualora le ordinanze regionali rechino un limite inferiore; si potrà salire anche più su – e non è detto che molti istituti, per comodità, non lo facciano – fino al 100%, come deciso nei giorni scorsi da alcuni territori, Lombardia in testa (per gli studenti con bisogni educativi speciali, Bes, con disturbi specifici dell’apprendimento e con disabilità le novità dovranno essere attuate con attenzione, privilegiando, ove possibile, le lezioni in presenza).
Tutti gli istituti superiori avranno un solo giorno di tempo, oggi, per adeguare la propria l’organizzazione didattica alle nuove misure, che diventano efficaci da domani.
Il Dpcm firmato ieri dal premier, Giuseppe Conte e dal ministro della Salute, Roberto Speranza, in vigore da oggi e fino al 24 novembre, conferma la possibilità, sempre alle scuole superiori, in caso di situazioni critiche o di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali (da comunicare al ministero dell’Istruzione da parte di Asl o enti territoriali) di poter modulare ulteriormente (rispetto a quanto già disposto da settembre) gli orari di ingresso e uscita degli studenti. In quest’ottica, si apre alla possibilità di optare per turni pomeridiani, oppure di predisporre che l’ingresso degli alunni avvenga non prima delle ore 9 (per non sovraccaricare il servizio di trasporto pubblico). Per infanzia e primo ciclo (primaria e medie) non cambia nulla: si proseguono le lezioni in presenza, nel rispetto delle regole sanitarie.
Dopo un lungo tira e molla tra la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e le Regioni, ma anche con alcuni colleghi di governo, sparisce, nel Dpcm, il riferimento allo stop ai concorsi pubblici e privati, con la conseguenza quindi che, nella scuola, la selezione straordinaria per assumere 32mila docenti con almeno 36 mesi di servizio alle spalle, partita nei giorni scorsi, va avanti (è previsto che si concluda per metà novembre). E si faranno anche gli altri concorsi ordinari, per totali 78mila cattedre (qui vanno indicate ancora le date delle prove).
Dal ministero dell’Istruzione ribadiscono che per il concorso straordinario (gli iscritti sono 64.563) è stato previsto un preciso e rigido protocollo di sicurezza: è garantito il distanziamento fisico indicato dalle disposizioni vigenti, i candidati e gli addetti ai controlli sono tenuti a indossare sempre la mascherina, sono disponibili prodotti igienizzanti per le mani, i partecipanti avranno accesso alle aule uno alla volta e sarà loro misurata la temperatura. Gli spazi utilizzati saranno tutti igienizzati prima e dopo la prova (computer based con una durata di 150 minuti). In ogni aula ci sarà una media di 10 candidati per garantire la massima sicurezza.
Il Dpcm conferma poi la sospensione di viaggi di istruzione, gemellaggi, visite guidata, uscite didattiche, pur tutti gli ordini e gradi di scuola. Fanno eccezione le attività di scuola-lavoro e i tirocini, dove vanno comunque rispettate le regole sanitarie.
L’avanzata, per legge, delle lezioni on line in tutt’Italia spiazza i presidi, che con Antonello Giannelli, capo dell’Anp, parlano di lesione dell’«autonomia scolastica»: «Si doveva lasciare ogni istituto libero di calibrare l’offerta formativa in base alle diverse esigenze del territorio – ha spiegato Giannelli -. Per gli istituti tecnici e professionali, dove una ampia fetta di attività è laboratoriale, si rischia di impoverire il percorso di studio».
Ma adesso i presidi delle superiori come si regoleranno? «Una soglia minima di didattica a distanza fissata al 75% rende residuale la presenza in classe e complica molto l’organizzazione, creando problemi di rotazione – affermano alcuni dirigenti scolastici -. Oggi ne parleremo con i docenti, ma stiamo valutando, seriamente, di andare al 100%, per semplificarci la vita. Certo, è un peccato. Abbiamo lavorato sodo tutta l’estate e le scuole sono tra i luoghi più sicuri. Purtroppo paghiamo inefficienze che sono altrove».
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Claudio Tucci