«Mariano Dalla Pria e i suoi amici nell’ultimo mese hanno salvato 107 fra agnelli e capretti dalla morte e dalle tavole di Pasqua. Una goccia in un mare di sangue». Dal Corriere Veneto
«Chi non ha mai visto gli agnelli giocare, non potrà capire fino in fondo la forza e la gioia che può dare la vita. Nascono con la luna piena di febbraio, restano nascosti fra le zampe della mamma qualche giorno appena, poi si scatenano nei saltelli più teneri che abbia mai visto. Per questo ho deciso di darmi da fare. Di salvarne quanti più possibile dal massacro pasquale. Di riscattarli dai pastori, dagli allevatori, dai macelli, dal mercato del bestiame. E poi sistemarli, per il resto della loro vita, in famiglie che li ameranno. Proprio come amiamo i nostri cani e i nostri gatti. Che differenza c’è?». Siamo a Grisignano di Zocco, provincia di Vicenza. Mariano Dalla Pria e i suoi amici nell’ultimo mese hanno salvato 107 fra agnelli e capretti dalla morte e dalle tavole di Pasqua. Una goccia in un mare di sangue: sull’altare di tradizioni pasquali anche quest’anno vengono immolati più di settecentomila fra agnelli, agnelloni e capretti. La maggior parte ancora lattanti, di due, tre settimane di vita.
La Federazione delle associazioni che tutelano i diritti degli animali ha chiesto agli italiani di non cadere nella «trappola» e di pensare a un menu tutto vegetariano. È il primo anno che quest’uomo di 42 anni – da sempre animalista, vegetariano da quando aveva 12 anni e vegano da 6 – ha deciso di salvare questi animali. La campagna è stata un successo. Le donazioni degli amici generose tanto da permettere a Mariano di chiudere in pareggio l’avventura. In media ogni agnello è stato pagato (con regolare fattura) 50 euro. E «rivenduto» a 20, 25 euro, sotto forma di donazione. Ora sono sparpagliati in tutto il Veneto, e non solo. L’altro giorno Mariano ha fatto la spola con Bari: è sceso con quattro capretti e risalito con due cani in cerca di padrone. Agnelli e capretti vengono sistemati fra fattorie didattiche, rifugi e famiglie. Come quella di Scorzè, in provincia di Venezia, che ha voluto adottare una coppia di fratellini e se li tiene dietro casa. Gli adottanti, firmando un regolare contratto, si impegano ad amare e seguire i nuovi arrivati «fino al giorno della morte naturale». «Non è facile comprare agnelli e capretti se non sei del mestiere», spiega Mariano che oggi fa il consulente di catering, ma che fino a qualche anno fa faceva il cuoco obiettore («Niente animali sulle mie tavole»). «Le aziende ci marciano.
E più ci si avvicina alla Pasqua, più i prezzi salgono. Bisogna prenotarli, pre-acquistarli quando sono ancora nella pancia della mamma. È così che sono riuscito a pagarli in media 50 euro a capo. Oggi ti chiedono 10, 12 euro al chilo che alla fine fa un centinaio di euro sia per un agnello che per un capretto. Pelle e ossa sono, povere creature. Alcuni li abbiamo recuperati ancora lattanti. Li abbiamo dovuti svezzare noi, con il biberon, latte di mucca o liofilizzato. Almeno quattro pasti al giorno, ma ora sono cresciuti e stanno benone». Il gruppo di Mariano – per scelta svincolato dalle maggiori associazioni animaliste – non si limita ad agnelli e capretti. L’anno scorso ha salvato e piazzato 25 cavalli, 4 pony, 227 cani. Perfino due maiali da 260 chili. «In 25 anni ho visto tutto l’orrore possibile nei macelli. Atrocità, sofferenza, terrore. So cosa succede. Per questo mi interessa una cosa sola: salvare gli animali».
Corriere del Veneto – 7 aprile 2012