Di seguito una riflessione della segreteria regionale di Fvm Veneto sulle dichiarazione del presidente della Giunta regionale Luca Zaia che, ieri, in un’intervista al Gazzettino, ha lanciato l’idea di una legge statale che permetta alle Regioni, e quindi alle aziende sanitarie e ospedaliere, di contrattare con i singoli medici dei contratti su misura.
La Federazione veterinari e medici del Veneto sostiene che il Servizio sanitario pubblico deve restare tale nella dimensione universalistica che lo ha visto nascere con la legge 833/78. Scegliere di finanziare un virtuoso dualismo pubblico-privato può rinforzare il principio, garantendo strategie di governance tendenti all’eccellenza, ma a condizione che le scelte politiche si basino su principi di garanzia, bilanciati e trasparenti. E bisogna intercettare le mutate esigenze assistenziali dettate dall’innovazione tecnologica.
I contratti di lavoro contengono tutti i meccanismi che consentono di valorizzare professioni e carriere, il problema non sono pertanto gli strumenti normativi ma chi li usa e con quali fini. I contratti in sanità governano da tempo gli aspetti disciplinari nell’alveo dell’etica e non è ipotizzabile derogare questo spazio di censura a demagogiche e preoccupanti affermazioni di egemonia di governo, dal sapore elettorale populista.
La grande professionalità di pochi deriva dalla grande professionalità di tutti e se i risultati devono essere adeguatamente compensati tutti ne devono beneficiare. Premiamo i fuoriclasse lasciando spazio all’iniziativa, è giusto, magari rimuovendo inutili vincoli burocratici di esclusività e la dubbia efficacia della “reductio ad equitatem” che invece sperequa chi opta per l’extramoenia.
Valorizziamo la dirigenza medica per il suo potenziale organizzativo definendo obiettivi di salute e non tetti orari. Bisogna superare la schizofrenia demagogica che predica l’eccellenza ma persegue la ragioneria dei tagli ai finanziamenti in un crescendo asfissiante di delibere e determine.
Appare ormai anacronistica l’ipocrisia che accredita al personale sanitario, in particolare alla dirigenza, il fallimento, evidente, dell’aziendalizzazione del Ssn. I professionisti possono essere condivisi tra pubblico e privato, superando i confini aziendali e del territorio, motivati a valorizzare le capacità di nicchia a beneficio di tutti.
Nel contesto attuale di risorse economiche dare di più a pochi significa togliere a molti.
La rivoluzione del modello contrattuale e accreditante si genera, prima, dando certezza di omogeneità applicativa delle norme contrattuali, e, successivamente, valorizzando il merito attraverso una diffusa formazione al management valutativo.
Promozione del merito e pari opportunità per tutti superando le logiche selettive che tutti conoscono e purtroppo subiscono con rassegnazione.
Questo è il background che può diffondere l’eccellenza e remunerare la professione nel profilo economico e motivazionale.
La segreteria regionale di Fvm Veneto
7 febbraio 2018