“Ormai non è più solo una rinuncia alla prevenzione, ma alle cure. Queste cifre confermano quello che diciamo da tanto tempo: il mito della sanità veneta non appare solo incrinato, ormai è a serio rischio. Come la salute di tanti cittadini”.
Lo dichiara in una nota il capogruppo regionale di Italia dei Valori, Antonino Pipitone, commentando il sondaggio Demos & Pi dell’Osservatorio sul Nord Est pubblicato da “Il Gazzettino”, che ha rilevato come il 27% degli abitanti del Nordest abbia rinunciato per motivi economici, nell’ultimo anno, a fare visite o esami medici e il 14% abbia rinunciato ad acquistare farmaci o terapie. “Anche nella nostra regione – afferma Pipitone – c’è gente che non compra farmaci e non fa accertamenti, rimandando le prestazioni a chissà quando. Questo comporterà un aggravio dei costi della sanità: le persone che adesso rinunciano alle cure necessarie affrontano rischi enormi, che saranno caricati, anche sui bilanci, negli anni successivi. Alcune cifre – osserva Pipitone – vanno viste con attenzione. Il 40% dei liberi professionisti che rinuncia a fare visite mediche lo leggerei più che altro come la presenza, nella categoria, di tanti precari, giovani costretti a farsi la partita Iva per lavorare, che non possono mai saltare un giorno in ufficio, a costo di ammalarsi e non curarsi. Inoltre la fascia d’età più colpita è, non a caso, quella dai 45 ai 64 anni. Quasi il 40% di loro rinuncia a farsi gli esami. Sono le persone che portano a casa lo stipendio, che hanno una famiglia sulle spalle, che si tolgono il pane di bocca ed anche la propria salute, pur di darla ai figli. Sono anni che sentiamo dire che in sanità bisogna solo tagliare. Non ci sta bene. Stranamente – conclude Pipitone – ci si dimentica che l’Italia è fanalino di coda in Europa per rapporto tra spesa sanitaria e Prodotto Interno Lordo: siamo appena al 7,1% e investiamo un punto in meno rispetto ai partner europei. Dovremmo invece migliorare la produttività, altrimenti la qualità della nostra sanità si abbasserà sempre più ed i veneti che vanno a farsi curare fuori regione aumenteranno ancora”.
8 maggio 2013