Dopo nove mesi di attesa, la Regione ha partorito il riparto del fondo sanitario 2012. Il tesoretto della sanità veneta, circa 8 miliardi di euro, sarà consegnato alla squadra dei direttori generali, pronti a lasciare la poltrona tra meno di cento giorni. I manager non fanno i difficili: al grido di «meglio tardi che mai» aprono le casse e tirano un sospiro di sollievo. Tutti contenti? Se Belluno (Usl 1 e 2) gongola con 8 milioni di euro in più rispetto al 2011 (e 18 milioni ricevuti grazie al “bonus” per la specificità territoriale), Venezia esulta grazie ad un discreto più 12 milioni, così come Padova, a più 15,5. Se nella città del Santo l’Usl 16 ha giocato l’asso piglia tutto, l’azienda ospedaliera si è beccata un due di picche: 10 milioni in meno rispetto al 2011.
Non se la passa meglio Verona, a meno 20 milioni. Bassano mette in saccoccia due milioni in più. Motivo? Deve curare tutti i turisti dell’Altopiano di Asiago. La V commissione consiliare presieduta da Leonardo Padrin ieri ha dato l’ok al fondo sanitario 2012. Ma con una promessa: chiudere con un passato fatto di ritardi nell’erogazione dei fondi e criteri di assegnazione ormai obsoleti.
STOP AI FONDI IN RITARDO. «Non possiamo più continuare ad assegnare i fondi alle Usl a fine esercizio», ha spiegato Padrin, »sapendo che si tratta di un riparto pressoché virtuale, che non tiene conto dei passivi storici, degli investimenti per i project financing e, soprattutto, che non ha certezza sulle risorse statali effettivamente erogate per la sanità veneta. È ora di cambiare metodo». La proposta di Padrin, accolta con voto unanime da tutta la commissione, è quella di assestare il riparto “virtuale” (impostato dalla Giunta entro il 31 dicembre dell’anno precedente) al 30 giugno successivo, in modo da poter prendere come riferimento per la base di calcolo i consuntivi delle Usl, l’importo esatto dei trasferimenti statali, il bilancio appprovato della Regione. La proposta di nuovi criteri adottata dalla commissione prevede inoltre che le Usl in attivo possano trattenere gli utili di esercizio per investimenti e miglioramento dei servizi. Quelle storicamente “in rosso” dovranno invece essere vincolate a piani di rientro graduali.
I NUMERI. Aziende ospedaliere e Iov a parte (l’istituto oncologico resta fisso a sei milioni di fondi), l’aumento medio di finanziamento per le singole Usl si attesta tra i tre ed i cinque milioni di euro. Finanziamento extra per Venezia (più 12), Mirano (più 10), Padova (più 15,5), Alta padovana (più 13,8), Verona (più 14). Belluno guadagna grazie al fondo per la specificità: «Alla faccia delle Cassandre e nonostante i tempi di crisi la Regione ha capito che la sanità in montagna costa più che altrove», spiega Dario Bond, capogruppo Pdl in Consiglio regionale, «Parliamo di un incremento che va dal 2,26 per cento per l’Usl 1 al 2,38 per l’Usl 2»
IL VOTO IN COMMISSIONE. La spartizione della torta della sanità ha fatto imbufalire Pd e Verso Nord, entrambe hanno votato contro. L’Udc si è astenuta, mentre il riparto ha ricevuto il “sì” compatto di Pdl e Lega. Unica novità introdotta dalla commissione – in risposta a una precisa esigenza formulata dal consigliere Raffaele Grazia (Udc) un finanziamento aggiuntivo di 2 milioni di euro per l’Usl 3 di Bassano, al fine di coprire le maggiori spese determinate dai turisti sull’Altopiano di Asiago. «Esprimiamo voto contrario per i tempi e per il metodo di questo ripiano», ha dichiarato il vicepresidente della commissione Claudio Sinigaglia (Pd). Il collega Graziano Azzalin non ha mandato giù il mancato riconoscimento della specificità nei finanziamenti assegnati all’Usl 18 di Rovigo, a differenza della contigua Usl 19 di Adria. Per Diego Bottacin (Verso Nord) il riparto 2012 conferma le storiche sprequazioni tra Usl “ricche” e “povere”: «Non riduce la forbice nei finanziamenti pro-capite, e penalizza quelle Usl che si sono autofinanziate sul fronte degli investimenti invece di intraprendere la dispendiosa strada dei project financing».
Il Mattino di Padova – 28 settembre 2012