Tra battibecchi, cavilli e recriminazioni, inizia a delinearsi la nuova mappa delle Province venete dettata dal rigorismo taglia-spesa di Monti. Il salvataggio di Belluno, la preservazione di Treviso (con accorpamento di un pugno di Comuni sufficienti a raggiungere il quorum di popolazione richiesta), l’assorbimento «dolce» del Polesine da parte di Padova e una ridefinizione dei poteri della Città metropolitana di Venezia che prevenga antagonismi e conflitti con la Regione.
Questi i capisaldi della linea emersa nella maggioranza di centrodestra, che stringe i tempi per giungere a una decisione entro il 24 ottobre, data prevista dalla tabella di Governo. In proposito Luca Zaia ha chiesto al consiglio regionale di pronunciarsi con un piano operativo, garantendo che la giunta lo recepirà trasmettendolo all’esecutivo. Così, in mattinata, l’audizione dei rappresentanti dell’Anci, dei sindaci di Belluno e Rovigo e del rappresentante di Venezia, ha segnato la ripresa dei lavori della commissione congiunta Affari Istituzionali e Statuto (presiedute rispettivamente da Costantino Toniolo e Carlo Alberto Tesserin con la partecipazione dell’assessore competente, Roberto Ciambetti. «Si tratta di una questione difficilissima, visti i tempi-capestro», fa sapere Tesserin «ma sono convinto che nessuno più di noi abbia la responsabilità di decidere. Certo, l’obiettivo del Governo è quello di ottenere un risparmio in termini di gestione del territorio, ma ciò non significa necessariamente che il nostro disegno debba rientrare in quello previsto da Roma». La rivendicazione di autonomia è condivisa da Giorgio Dal Negro, presidente dell’Anci veneta («La Regione deve decidere senza subìre imposizioni esterne») mentre il sindaco di Rovigo Bruno Piva ha chiesto garanzie circa «l’equilibrio nelle funzioni» che accompagneranno l’annessione a Padova opponendosi alla frammentazione del territorio polesano (leggi esodo dei piccoli centri limitrofi attratti da Verona). Drastico, invece, il rifiuto del sindaco Jacopo Massaro, all’ipotesi di accorpamento a Treviso: «Conservazione ad ogni costo? Niente affatto, la nostra è una provincia interamente montana che richiede strumenti amministrativi completamente diversi rispetto alle altre». Su questo fronte, altrettanto perentorio è l’altolà del feltrino Dario Bond, capogruppo del Pdl: «Belluno manterrà la sua Provincia e la specificità riconosciutale dalla legge regionale», garantisce «su questo esiste già un’intesa di massima con la Lega ma in fase di riordino puntiamo a raccogliere il più ampio consenso possibile in consiglio». La road map, allora. Giovedì lo stato maggiore pidiellino metterà a punto le loro proposte e la settimana successiva discuterà con i partner leghisti il piano da sottoporre all’assemblea del Veneto. Il 3 ottobre Ciambetti riunirà la Conferenza delle autonomie locali, poi inizierà il conto alla rovescia.
Il Mattino di Padova – 5 settembre 2012