Il Corriere della Sera. È stato un caposaldo della campagna elettorale di centrodestra e, a elezione avvenuta, del governo entrante. Istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia. I primi passi oggi, con le audizioni in commissione Affari sociali della Camera e l’avvio della discussione sulle tre proposte di legge propedeutiche, appunto, alla creazione del nuovo organismo bicamerale.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci da quando ha assunto l’incarico ha ritirato una a una le restrizioni anti Covid ereditate dal precedente governo, poiché era venuto meno il carattere di emergenza: «La commissione sta per nascere. Non sono un parlamentare quindi non seguo quei lavori, so però che si sta facendo». Ieri ne ha parlato, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Pisa.
Schillaci si è limitato a tirare un bilancio aggiornato su come sta andando l’epidemia, sempre più attenuata: «Siamo in una fase molto favorevole, i casi sono in costante diminuzione. Abbiamo osservato con molta attenzione in questi mesi il numero dei pazienti nelle terapie intensive e nei letti di ricovero ordinario. Ci sono solo da affrontare i problemi lasciati dalla pandemia».
La previsione di Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, primo firmatario di una delle tre leggi ai nastri di partenza, FdI, è di licenziare il provvedimento entro l’estate dopo il passaggio alla Camera in primavera e a ruota in Senato.
Sono stati convocati in audizione tecnici e politici. I tre testi vengono da Italia Viva (che con il suo leader Matteo Renzi ha spinto molto in questa direzione), Lega e FdI. «Ritengo si dovrà parlare di tutto, senza confini», dice Bignami. Ci sono stati errori, omissioni? Si doveva fare di più, le chiusure sono state tempestive? E ancora, ci sono state speculazioni?
Sarà un lungo viaggio attraverso quasi tre anni di contrasto al virus, da febbraio 2020 in poi. L’Italia in Europa fu la prima a essere travolta dall’ondata di infezioni di Sars-CoV-2, un ospite di cui non si sapeva nulla. Le decisioni furono prese senza che fossero disponibili evidenze scientifiche definitive. Ora si rivedranno alla moviola gli accadimenti di quei mesi per capire, in base alle conoscenze oggi consolidate, cosa andava fatto e cosa no.
Roberto Speranza, il ministro della Salute dei governi Conte e Draghi, l’esperienza l’ha vissuta in prima linea. Non vorrebbe commentare l’avvio del lavoro parlamentare: «Ho sempre detto che chiunque avesse responsabilità, dal sindaco del più piccolo Comune al capo dell’Organizzazione mondiale della Sanità, dovrebbe essere pronto a rendere conto del suo operato». E aggiunge: «La Commissione, per come la stanno costruendo, si configura come una clava politica, mi dà l’idea di un tribunale incaricato di attaccare gli esponenti dell’opposizione».
Speranza, a prova di ciò, cita un manifesto diffuso in questi giorni da FdI che celebra l’istituzione della commissione: «Facciamo finalmente luce sulla gestione della pandemia. Su sprechi e ombre. Gli italiani meritano di sapere la verità». Sotto, i visi di Conte e Speranza.