Come resistere al crescere del bisogno di assistenza sanitaria di fronte alla scarsità di risorse? Riorganizzando il sistema. Come noto e come aveva annunciato, il govenatore Luca Zaia ha depositato il progetto di legge “Istituzione dell’Ente di Governance della sanità regionale veneta denominato ‘Azienda per il Governo della sanità della Regione Veneto Azienda Zero’. Disposizioni per la individuazione dei nuovi ambiti territoriali delle aziende Ulss».
L’idea, spiegato lo stesso governatore nel suo programma, è creare una sola azienda «che assorbirà tutte le attività e funzioni tecnico-amministrative svolte dalle 22 aziende UIss, mettendo fine alle duplicazioni di costo e realizzando economie di scala e una maggiore specializzazione, grazie anche allo svolgimento di gare d’appalto centralizzate utili a razionalizzare l’approvvigionamento di beni e servizi nelle aziende. Oltre a ottenere risultati economici di rilevante interesse, la gestione centralizzata degli acquisti permetterà la riduzione dei tempi e dei costi del processo di espletamento delle procedure di gara e una maggiore efficacia e appropriatezza dei prodotti, frutto della comparazione tra le caratteristiche tecniche e i costi dei diversi beni impiegati per utilizzi analoghi in ambito sanitario».
Gestione del personale, buste-paga, programmazione, acquisti, gare d’appalto, informatica, comunicazione, tesoreria, gestione contabile: sono tutti servizi che l’Azienda Zero potrebbe fornire alle UIss. A patto però che non siano più 22: vanno ridotte. L’obiettivo di Zaia è far sorgere già dal 1° gennaio 2016 una sola UIss per provincia. Ci saranno cosi l’Azienda “Dolomitica” con sede a Belluno, quella della”Marca Trevigiana”a Treviso, quella “Serenissima” a Venezia, quella “Polesana” a Rovigo, quella “Euganea” a Padova, quella “Berica”a Vicenza e infine quella”Scaligera”a Verona. Ogni azienda dovrà garantire sul territorio un’organizzazione capillare di sportelli e servizi per agevolare al massimo gli utenti che devono accedere a prestazioni sanitarie. Resterebbero ovviamente le due Aziende ospedaliere di Verona e Padova, e lo lov.
(Il Giornale di Vicenza – 5 luglio 2015)