Il sito VesA Marche pubblica oggi un approfondimento sul nuovo Piano nazionale 2022-2025 di contrasto all’antimicrobico resistenza
Quando si parla di resistenza agli antimicrobici (AMR), di cui l’Antibiotico-Resistenza (ABR) rappresenta il fattore di maggiore rilevanza, si parla di una mutazione che avviene in natura nei microrganismi come fenomeno di adattamento all’ambiente, causato dalla possibilità di questi germi di modificarsi fino ad acquisire la capacità di resistere a molecole create con la finalità di ucciderli o arrestarne la crescita. Grazie all’imponente tensione selettiva esercitata da un uso eccessivo, ed a volte inopportuno, degli antibiotici in ambito umano, veterinario e nell’ambiente, nel tempo questo fenomeno ha assunto i caratteri di una delle principali emergenze sanitarie mondiali.
In Italia, ove parallelamente si registrano i consumi più elevati di antimicrobici sia nel settore umano che veterinario, secondo i dati rilevati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), questo evento risulta imponente, con valori elevati e quasi sempre al di sopra della media europea. E’ da considerare, inoltre, che nel nostro paese si evidenzia spesso anche un maggior ricorso a molecole ad ampio spettro, piuttosto che a medicinali mirati alla lotta ad uno specifico germe.
In campo umano nel 2020 il consumo in Italia di antibiotici per via sistemica, a livello territoriale, ammontava a 16,5 Dosi Definite Giornaliere (Defined Daily Dose – DDD)/1000 abitanti die, con una differenza del +10% rispetto alla media del resto d’Europa. Parimenti ambito ospedaliero il consumo ammontava a 1,92 DDD/1000 abitanti/die, con una differenza eccedente rispetto alla media europea del +22%. Se entriamo nello specifico dell’ambito extra-ospedaliero risulta che circa 3 persone su dieci, in Italia, hanno ricevuto nel corso dell’anno 2020 almeno una prescrizione di antibiotici, con livelli d’uso più elevati nei soggetti fino a 4 anni di età e nella popolazione oltre i 75 anni. Circa il 90% di tale consumo risultava a carico del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) ed erogato in regime di assistenza convenzionata a seguito di prescrizione del Medico di Medicina Generale.
Sempre in ambito umano, nel 2020 il consumo di antibiotici a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), comprensivo sia dell’erogazione territoriale che del consumo ospedaliero, è stato pari a 13,9 DDD/1000 abitanti/die. Sebbene il trend sia in riduzione negli ultimi 7 anni, si osserva ancora un’ampia variabilità tra regioni, con valori che oscillano dalle 8,0 DDD/1000 della Provincia Autonoma di Bolzano alle 19,4 DDD/1000 della Regione Campania.
Anche nel settore veterinario, e in particolare nell’ambito degli animali da produzione di alimenti, i dati di vendita totali, seppure in netta riduzione, risultano ancora alti rispetto alla media europea, rimarcando come la principale origine dei dati fosse rappresentata, fino al 2019, dagli indici di vendita forniti dai titolari dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC). Tale fonte è stata presa come base per stabilire dei target di riduzione nel precedente Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico-Resistenza 2017-2020, e come monitoraggio delle tendenze, per verificarne il raggiungimento e il superamento…..