Addio a 216 ospedali con meno di 120 posti letto. Entro fine ottobre le mini-strutture di ricovero potrebbero dover cessare l’attività ed essere chiuse dalle Regioni, che non potranno destinare i volumi di spesa né ai privati né a policlinici universitari o ad altre strutture pubbliche.
Dalla bozza di decreto sulla spending review spuntano nuove ipotesi allo studio di tagli alla spesa sanitaria, che nei sei mesi che mancano del 2012 subirà una potatura di 1 miliardo e poi di altri 2 miliardi a regime a partire dal 2013. Portando così i tagli totali alla spesa sanitaria ben oltre 10 miliardi fino al 2014, considerato il pacchetto di 8 miliardi di riduzione della spesa già previsti dalla manovra estiva dell’anno scorso che sono solo in parte incorporati dal nuovo intervento del Governo di Mario Monti . Ospedali e taglio di posti letto, ma non solo, nella manovra dei professori. Farmaci a dieta, brusca frenata per l’acquisto di beni e servizi, contratti dei privati al ribasso: questi i capitoli più caldi della bozza del decreto del ministero dell’Economia ancora al centro di un’accesa discussione all’interno del Governo. Per non dire delle Regioni, che ieri sono rimaste a bocca asciutta nell’incontro a Palazzo Chigi dopo aver chiesto inutilmente cifre e contenuti della spending review. Oggi avranno un lungo incontro col ministro della Salute, Renato Balduzzi , nella speranza di trovare spazio per una mediazione sul filo di lana, a partire dal taglio al Fondo sanitario 2012 che vale 108 miliardi e che non è stato ancora ripartito. L’ipotesi della bozza di decreto bis sulla spending review prevede ora che il Fondo 2012 sia diviso tra le Regioni entro settembre e che entro novembre sia ripartito quello per il 2013. Tutto questo mentre per il 31 ottobre dovrà essere firmato il «Patto per la salute» che si porterà appresso altri tagli miliardari dal 2013 in poi a partire dalla patata bollente dei ticket sanitari che varranno 2 miliardi in più e che Balduzzi, ma non le Regioni e neppure l’Economia, vorrebbe trasformare in pagamento a franchigia delle singole prestazioni a seconda delle fasce di reddito ancorate al nuove Isee. L’intervento sugli ospedali è la parte inserita ex novo nella bozza di decreto, tutta da confermare, riprendendo ipotesi già allo studio col «Patto». Per i posti letto si prevede in generale una riduzione della dotazione totale al 3,7 per mille abitanti (incluso lo 0,7 per lungodegenza e riabilitazione) «adeguando coerentemente le dotazioni organiche» degli ospedali: meno personale, insomma. Ma poche righe dopo ecco spuntare il taglio entro il prossimo 31 ottobre degli ospedali con meno di 120 posti letto. Nel 2010 erano 216 quelli a «gestione diretta della Asl», ma potrebbero essere calati nel 2011 soprattutto nelle Regioni sotto piano di rientro. Anche se nelle codifiche regionali potrebbero nascondersi non poche altre piccole strutture nominalmente accorpate che insieme superano i 120 posti letto. In testa alla classifica dei mini-ospedali è il Sud: Sicilia, Calabria, Campania, ma anche Lazio e Marche. Solo i piccoli ospedali hanno 13.591 posti letto, con diversi casi sotto i 20 e perfino i 30 posti letto. Ancora sui ricoveri non manca poi un’altra novità: un intervento in riduzione delle tariffe. Ecco poi tutte le altre misure, che riprendono, in più casi anche rafforzandole, le proposte già fatte da Balduzzi. A partire dai farmaci: nel 2012 il tetto di spesa territoriale scende al 13,1% (-0,1%) mentre dal 2013 diventa dell’11,5% al netto del prezzo di rimborso pagato dagli assistiti; il tetto della farmaceutica ospedaliera sale invece dal 2,4 al 3,2% sempre dal 2013. Ma con una nuova stangata a carico delle industrie: secondo la bozza pagherebbero il 50% (non più il 35%) dello sfondamento di spesa annuale per i farmaci forniti dagli ospedali. Ancora le industrie farmaceutiche si vedranno poi aumentare al 6,5%, ma solo nel 2012, lo “sconto” in favore del Ssn; “sconto” che verrebbe invece raddoppiato al 3,65% a partire dal 2012, ma anche per gli anni successivi, per le farmacie. Ecco poi la stretta su beni e servizi. I contratti in vigore delle Asl per beni e servizi (farmaci esclusi) sono ridotti d’autorità del 5%, riduzione che per i dispositivi medici varrà solo per il 2012. Se spunteranno prezzi superiori al 20% ai valori medi di riferimento le Asl dovranno chiedere la rinegoziazione dei contratti, altrimenti sarà chiesto di recedere dagli accordi. Stangata anche per tutte le prestazioni dei privati accreditati per la specialistica e per le case di cura: scatterà una riduzione dell’1% nel 2012 e del 2% dal 2013 in poi, rispetto alla spesa del 2011, sia degli importi che dei volumi d’acquisto da parte del Ssn. Insieme, scatterà anche la revisione delle tariffe massime.
Il Sole 24 Ore – 4 luglio 2012