Ci hanno provato in molti, ma nessuno era andato così lontano. II governo Monti, con l’articolo 14 del decreto Semplificazioni da domani in Parlamento, sarebbe pronto al colpo di mano, alla cancellazione tout court dei controlli perla sicurezza sul lavoro.
Un tema caldissimo in Italia dove ogni anno muoiono circa 1.000 persone e dove solo un pugno di addetti ai controlli, meno di 2mila, effettua ispezioni su una platea” impossibile” compostada 6 milioni di imprese. Nel decreto il famigerato articolo 14 al comma “F” parla espressamente di «soppressione o riduzione dei controlli sulle imprese in possesso della certificazione del sistema di gestione per la qualità (UNI EN ISO-9001), o altra appropriata certificazione emessa, a fronte di norme armonizzate, da un organismo di certificazione accreditato da un ente di accreditamento designato da uno Stato membro dell’Unione europea ai sensi del Regolamento 2008/765/CE, o firmatario degli Accordi internazionali di mutuo riconoscimento (IAF MLA)». In sostanza una semplice certificazione, come la Iso 9001— che non si occupa certo di sicurezza sul lavoro —potrebbe bastare per impedire verifiche in azienda. L’unico appiglio, o speranza per il mondo del lavoro (che probabilmente colto di sorpresa non ha alzato ancora le barricate sulla norma che potrebbe essere approvata entro la prossima settimana) è la possibilità affidata agli Enti Locali e a non meglio specificate “linee guida da approvare entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto”
di «conformare le attività di controllo di loro competenza» ai principi dei regolamenti che saranno «emanati su proposta del ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, del ministro dello Sviluppo economico e dei ministri competenti per mate -ria, sentite le associazioni imprenditoriali in base ai seguenti principi e criteri direttivi». In pratica si demanda ad un dialogo ristretto tra imprese e ministeri una materia che coinvolge milioni di lavoratori. L’Aitep, l’associazione italiana dei tecnici della prevenzione, ha già messo nel mirino il testo così comeAntonio Boccuzzi, l’unico operaio superstite del rogo delle acciaierie Thyssen Krupp del dicembre 2007 e oggi parlamentare del Pd. «Leggere questo articolo del decreto scatena delle sensazioni forti e dolorose— dice — e il solo pensare che sia sufficiente essere certificati per evitare dei controlli è francamente inaccettabile. Un dramma come quello degli infortuni sul lavoro non lo si può affrontare andando nella direzione sbagliata. Se poi si legge il testo — aggiunge — si scoprono passaggi davvero incredibili: tra le righe, infatti, si parla di “collaborazione amichevole con i so :i etti controllati al fine di prevenire rischi e situazioni di irregolarità”. Ma chi l’ha scritta così?». Ora, secondo Boccuzzi, «è possibile che vengano aggirati i controlli mettendo in campo conformità che non riguardano la sicurezza. Equesto non possiamo permettercelo». E pensare che nel 2009 la materia entrò nel mirino del governo Berlusconi. «In quel caso — conclude Boccuzzi — riuscimmo a convincere la maggioranza a fare un passo indietro». E oggi? «Io ho proposto una serie di emendamenti tra cui la soppressione dell’articolo. Ora ci aspettano una decina di giorni decisivi prima del voto della prossima settimana. Qui non siamo più di fronte a delle semplificazioni ma ad una cancellazione dei controlli».
Repubblica – 28 febbraio 2012