Non che i colli ne fossero sprovvisti, ma l’impennata in queste ultime settimane è evidente. Sul Monte Cecilia, e in generale nell’area collinare intorno a Este, Baone, Arquà Petrarca e Cinto Euganeo, è cresciuto notevolmente il numero di zecche che infesta boschi e prati. La conferma arriva da residenti, escursionisti e soprattutto amanti dei cani, che ultimamente si sono trovati alle prese con fastidiose situazioni. Non di rado, infatti, quando si torna da una passeggiata in queste zone occorre dedicare del tempo per liberare i quattro-zampe dai parassiti, che in certi casi prendono letteralmente d’assalto gli amici animali che si divertono a scorrazzare all’aria aperta e nel verde degli Euganei.
Per ora nessuna particolare segnalazione è arrivata agli organi competenti, anche se dall’Usl 6 le raccomandazioni non mancano, come spiega il dottor Antonio Ferro, direttore del Servizio di Igiene e Sanità pubblica: «Essere punti da una zecca può comportare infezioni da parassiti o batteri o la trasmissione di malattie. Su tutte c’è la malattia di Lyme, meglio nota come borreliosi».
Febbre e dolori muscolari sono i sintomi che si legano a questa patologia, che se viene curata in tempo non comporta gravi rischi ma che se trascurata può portare anche a complicazioni di tipo neurologico e cardiaco. «Nel dubbio è bene uscire con calzettoni lunghi ed evitare il contatto a terra quando ci si siede. In caso di puntura, guai a strappare le zecche dalla pelle. Per rimuovere una zecca ci si può anche recare in pronto soccorso o si può utilizzare il kit che si trova in farmacia».
Lo stesso medico consiglia precauzioni pure per gli animali, come l’uso di collari repellenti. All’Usl non risultano particolari casi di infezioni o malattie legate alla diffusione delle zecche, anche se basta perdere qualche minuto nella rete e nei social per incappare in chi racconta di punture da zecche a cui sono seguiti giorni di febbre e debilitazione.
Da gennaio gli accessi al pronto soccorso per punture di zecca sono stati 15, ma nessuno di questi casi ha avuto conseguenze serie. Pare che l’aumento delle zecche sia strettamente collegato alla presenza sempre più infestante dei cinghiali e, in parte, anche di daini. E a proposito di patologie canine, ieri ha raccolto un notevole successo la campagna voluta da Usl, Comune, Università di Padova e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie per valutare il rischio di Leishmaniosi dei cani nella zona collinare. Ben 66 padroni hanno portato i loro cani a Calaone, frazione di Baone, per una campagna di prelievi gratuiti. La Leishmaniosi, che colpisce i cani in seguito alla puntura dei pappataci, aveva avuto un picco di contagi sei-sette anni fa proprio qui.
Il Mattino di Padova – 5 giugno 2017