Pressing di Tosi, in giunta potrebbe entrare Dall’Ora. La mossa certo è stata inaspettata: perché mai l’assessore alla Sanità Luca Coletto s’è ripreso il Piano socio sanitario, annunciando di volerlo cambiare con un maxi emendamento, dopo che questo era stato approvato quasi all’unanimità dalla commissione in consiglio regionale (l’astensione di Pd, Udc e Idv vale infatti un mezzo sì) e si era ad un passo dal traguardo dell’aula? Perché mettere a repentaglio tutto il lavoro fatto, dopo 18 anni di attesa ed otto mesi di lavoro pancia a terra? E soprattutto, perché nessuno sa nulla dei contenuti di questo maxi emendamento, né in giunta né negli uffici della Sanità a Palazzo Balbi? Intanto Luca Zaia si mette in trincea.
Ma tornando alla domanda la risposta che circola, riecheggiando antiche grida crociate, è: «Tosi lo vuole». E tanto vi basti. Sarebbe il sindaco di Verona, già assessore tra il 2005 ed il 2007, ancor oggi considerato «sua Sanità» in Veneto, a pretendere ritocchi urgenti al Piano, prima che questo approdi in consiglio per il via libera definitivo il 12 giugno. E Coletto, da buon braccio destro (fu imposto al governatore Luca Zaia come assessore «esterno» alla Sanità proprio da Tosi), sta semplicemente eseguendo. E se non dovesse farcela, visti anche i bellicosi propositi dei consiglieri che già hanno fatto sapere dalla viva voce del presidente della quinta commissione, Leonardo Padrin, di non ammettere «stravolgimenti»? Il rischio, per Coletto, è alto: in laguna si parla già con insistenza di una sua imminente defenestrazione.
A pronunciare il verdetto senza appello sarebbe lo stesso Tosi, pronto a sostituirlo con l’attuale direttore generale dell’Usl di Bussolengo Alessandro Dall’Ora. A quel che si sussurra tra Palazzo Balbi e Palazzo Ferro Fini, Tosi punterebbe in realtà al doppio colpo: via Coletto, l’ex delfino che l’ha deluso, dentro Dall’Ora, altro fedelissimo da mettere alla prova. E via Domenico Mantoan, il segretario generale della Sanità, arrivato nel 2010 con la nomea pure lui di«uomo vicino a Tosi» ma assurto in questi anni tra «tutti gli uomini del Presidente (Zaia)», per mettere al suo posto Sandro Caffi, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Verona. Un’ipotesi, quest’ultima, circolata già all’inizio di marzo. Insomma, una ventata d’aria fresca, utile a riportare Tosi al centro del palco più importante della Regione, un palco dove suonano monete per 8,2 miliardi di euro l’anno. E se pare più difficile ghigliottinare Mantoan, perché è pur sempre il «manager delle Usl in attivo» e Zaia non sembra disponibile a rinunciarvi, fosse anche per amor di partito, viceversa Coletto starebbe camminando su un filo assai sottile e traballante: se lo molla Tosi, la caduta è sicura, anche perché il governatore pare orientato a restarsene fuori, lasciando che i veronesi se la sbrighino tra loro. Il prossimo e decisivo banco di prova per Coletto sarà dunque il maxi emendamento al Piano socio sanitario.
Quattro, in particolare, sarebbero i punti su cui dovrebbe intervenire per dare prova di saper ancora tenere salde le redini della Sanità in nome e per conto del Grande Timoniere veronese. Il primo è l’eliminazione della possibilità di commissariare le Usl, ipotesi inserita nel Piano e funzionale a creare i primi accorpamenti (dopo Treviso-Pieve di Soligo e Adria-Chioggia potrebbe toccare a Thiene-Bassano) in vista del futuro disegno di legge sulla riduzione delle Usl, riduzione che potrebbe pure essere anticipata con un emendamento al Piano in aula a metà giugno. Secondo punto: addio all’obbligo del parere obbligatorio e vincolante della commissione Sanità sulle schede ospedaliere che diranno quali strutture chiudere e quali no, così da lasciare tutto il potere decisionale nelle mani della giunta (e dunque dell’assessore, che ha a cuore le sorti di Bussolengo e Borgo Roma). Terzo punto: portare in capo alla giunta (e dunque sempre dell’assessore) il potere di nomina del futuro direttore generale della Sanità, ossia l’attuale segretario, che in virtù del nuovo Statuto dovrebbe invece essere nominato dal consiglio su indicazione del presidente. Quarto punto: eliminare la valutazione annuale dell’operato dei direttori generali. Quattro carte da giocare, su un tavolo delicatissimo. E le lancette corrono. Il maxi emendamento va infatti presentato entro la prima settimana di giugno. E per allora, se non si vuole che venga impallinato subito, Coletto dovrà trovare l’appoggio della sua maggioranza. Missione: impossibile.
Nella foto: l’assessore regionale Luca Coletto. A destra Domenico Mantoan
Marco Bonet – Corriere del Veneto – 19 maggio 2012