Risponde per le rime al ministro Marianna Madia, l’assessore alla Sanità, Luca Coletto. Motivo del contendere il progetto del governo di riassorbire nelle Usl i dipendenti delle Province, enti «in chiusura». «La sanità veneta non è in grado di assorbire alcun impiegato amministrativo — dichiara Coletto — abbiamo bisogno di medici e infermieri e fatichiamo per assumere il minimo vitale. Ogni volta che Roma si alza alla mattina arrivano tagli alla sanità. Cosa dovremmo fare?
Usare quel che faticosamente raccogliamo con la nostra quotidiana attenzione alla spesa per pagare nuovi impiegati? Non se ne parla. In sanità va garantito quanto meno il turn-over di medici e infermieri. Non ci sono risorse per assorbire nessun dipendente di altri enti». Chiaro il riferimento alla decurtazione del Fondo sanitario nazionale, che per il Veneto si traduce in 240 milioni di meno e all’ulteriore manovra di razionalizzazione della sanità predisposta dal governo Renzi per recuperare 10 miliardi di euro in cinque anni. «Se hanno fatto l’ennesima riforma fatta male — aggiunge Coletto — i signori ministri la correggano e non scarichino il peso sulla sanità, che stanno massacrando già abbastanza, senza bisogno di aggiungere ai conti aggravi per stipendi di mansioni rispettabili ma di cui la sanità non ha bisogno».
Una presa di posizione che fa il paio con la polemica innescata nei giorni scorsi dal governatore Luca Zaia con il ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin. Che del Veneto ha detto: «Era la regione più efficiente nel rapporto tra costi e servizi ma ha rinunciato a svolgere il ruolo di benchmark, cioè di riferimento, per un accordo politico. Ha partecipato a tutti i processi decisionali, salvo cadere dal pero al momento delle scelte». «Prendo atto che le scelte da galantuomini fatte dal Veneto vengono strumentalizzate per descrivere situazioni non vere — ha replicato Zaia —. Si sappia che smetteremo di comportarci da galantuomini». In mezzo, la revoca della presidenza della Commissione Salute allo stesso Coletto, che l’ha mantenuta negli ultimi cinque anni. Se però sui tagli tutte le forze politiche hanno detto «no», su quest’ultima scintilla tra Palazzo Chigi e Palazzo Balbi il Pd accusa la giunta Zaia di essere irresponsabile. Dicono Bruno Pigozzo e Stefano Fracasso: «Sulla riforma delle Province Zaia e i suoi non fanno nulla di ciò che per legge o per dovere dovrebbero fare. Quanto al decreto sulla ricollocazione dei dipendenti e il riordino delle funzioni, il Veneto è l’unico ad agire in questo modo irresponsabile. Ma se entro il 31 ottobre la Regione non legifererà sul trasferimento delle funzioni, dovrà versare alle Province un risarcimento: sarebbe un ulteriore aggravio a carico dei cittadini». (m.n.m.)
Il Corriere del Veneto – 7 agosto 2015