Respinto il fondo immobiliare delle Usl. «Non si era mai visto un fuoco amico di così pesante portata, la Regione è governata da separati in casa». Lucio Tiozzo, capogruppo del Pd, tratteggia con un’immagine efficace la fibrillazione che attraversa la maggioranza Lega-Pdl, una tensione che già s’era rivelata mercoledì
Durante la discussione sul marchio «Qualità Veneto», e che esplosa ieri in tutta la sua evidenza, durante il confronto sul fondo immobiliare (plurimilionario) delle Usl. Tanto che quest’ultimo progetto di legge, particolarmente caro all’assessore alla Sanità Luca Coletto, è stato rispedito dritto in commissione.
Il capogruppo del Pdl Dario Bond, in particolare, è stato protagonista di un durissimo attacco proprio nei confronti del leghista Coletto, accusato di non presenziare mai a Palazzo Ferro Fini durante la discussione dei provvedimenti che lo riguardano: «O si decide a farsi vedere in aula oppure commissariamo l’assessorato» ha minacciato lo speaker azzurro che poi, al telefono, ha aggiunto: «Coletto è l’esempio più eclatante di un problema generale che riguarda i rapporti tra la giunta e il consiglio. Troppo spesso ci troviamo a discutere di progetti di legge firmati da assessori che non si presentano in assemblea, col risultato che molte domande restano senza risposta, altrettante critiche non vengono affrontate e la maggioranza si vede costretta a combattere delle battaglie in totale solitudine. Se i provvedimenti non interessano neppure a chi li ha presentati, allora tanto vale cestinarli. Una situazione inaccettabile, ancor più grave se coinvolge chi gestisce l’80% del bilancio della Regione (Coletto, ndr.)».
Critiche sono partite anche all’indirizzo di un altro assessore leghista, Roberto Ciambetti, che in quanto titolare della delega al Patrimonio è coinvolto nell’allestimento del fondo per il finanziamento degli investimenti delle Usl. «Mi trovavo a Roma a rappresentare il Veneto alla Conferenza delle Regioni prima ed alla Conferenza Stato-Regioni poi, proprio non potevo essere presente» spiega Ciambetti mentre Coletto, irraggiungibile, pare si trovasse pure nella capitale, impegnato nella Commissione Salute di cui è il coordinatore. Il risultato è che il progetto di legge istitutivo del fondo, presentato dopo che un emendamento di Coletto sullo stesso argomento fu bocciato nel giugno scorso durante l’approvazione del Piano socio sanitario, è stato rimandato in commissione Sanità per «ulteriori approfondimenti contabili, finanziari e di sostenibilità economica», peraltro con il placet del capogruppo del Carroccio Federico Caner e del presidente della commissione Leonardo Padrin (Pdl). «Presentato così come ci è stato presentato si trattava di un provvedimento al buio – attacca il vice di Padrin in quota Pd, Claudio Sinigaglia -, fatto senza sapere il patrimonio alienabile o da valorizzare delle Usl. Il rinvio è stato sacrosanto, specie dopo che i due assessori non si sono degnati di dare spiegazioni su questa operazione delicata».
Padrin replica poi ai dipendenti degli ambulatori privati convenzionati, che hanno annunciato di voler protestare sotto casa sua a Montegrotto (ed alla porta del governatore Zaia a Godega di Sant’Urbano, dell’assessore Coletto a Valeggio sul Mincio e del segretario generale Mantoan a Brendola) martedì 16 per la mancata applicazione della delibera che assegna loro 23 milioni di extra budget: «Inviterò anche Zaia, Coletto e Mantoan, sarà l’occasione per presentare il progetto di legge 339 che, oltre a liberalizzare le prestazioni ambulatoriali, contiene il meccanismo che toglie ogni burocrazia, facendo prevalere i diritti dei cittadini e delle aziende sui ritardi della pubblica amministrazione».
Marco Bonet – Corriere del Veneto – 12 luglio 2013