Il procuratore Grasso: «E’ come se alla tavola di ciascun cittadino ci sia un convitato di pietra»
“Le mafie investono i loro ricchi proventi in larga parte in attività agricole, nel settore della trasformazione alimentare, commerciale e nella grande distribuzione con il reinvestimento dei proventi illeciti che ha come corollario il condizionamento della libera iniziativa economica e la concorrenza sleale”. La denuncia di Sergio Marini, presidente nazionale di Coldiretti è legata ai dati della prima relazione sulla contraffazione e pirateria alimentare elaborata dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta: un giro d’affari di 12,5 miliardi (il 5,6 per cento dell’intero business criminale).
Le preoccupazioni di Marini – esternate davanti al ministro per le Politiche Agricole, Mario Catania, e al procuratore Antimafia, Pietro Grasso, sono legate all’effetto “devastante delle strozzature di filiera” per imprese agricole e consumatori che da una parte fa crollare i prezzi pagati agli imprenditori agricoli e, dall’altra, comportano un “ricarico anomalo dei prezzi al consumo”.
Da qui la richiesta: “estendere alla lotta alla contraffazione gli stessi metodi di indagine utilizzati nel contrasto alla mafia. Secondo Marini “dalla lotta alla contraffazione si possono creare fino a 300 mila posti di lavoro”.
Secondo il procuratore Grasso “la criminalità nell’agroalimentare determina costi maggiorati sui prodotti. E’ come se alla tavola di ciascun cittadino italiano ci sia un convitato di pietra. E aggiunge: “Non si comprende perché i produttori non riescano a campare con i prezzi alla produzione che poi invece salgono per dieci volte al consumo anche nei supermercati. E’ un’anomalia che bisogna contrastare”. Per quanto riguarda la contraffazione “uno sportello unico di segnalazione per i prodotti non genuini o contraffatti potrebbe instaurare un volano virtuoso x aiutare chi vuole davvero tutelare il Made in Italy.
20 gennaio 2012