“Forse ci sono più cinghiali che pecore in Italia visto che i danni da selvaggina, in particolare quelli provocati da ungulati e lupi, superano il valore di 100 milioni di euro per circa 3 mila ovini sbranati”. E’ quanto ha detto il responsabile dell’area ambiente e territorio di Coldiretti, Stefano Masini, oggi al convegno organizzato a Padova da Federcaccia, Arci caccia e Anuu.
Secondo Masini questa è una delle cause che insieme all’abbandono delle aree marginali, la cementificazione e lo sviluppo industriale criminale, ha determinato un deficit di suolo agricolo che mette il nostro Paese al terzo posto dopo l’Olanda e il Belgio con 5 milioni di ettari persi in 40 anni. “Sembra azzardata come derivazione – ha spiegato Masini – ma non poi molto se si pensa che si fa prima a vincere la burocrazia per ottenere i finanziamenti europei che farsi rimborsare un vitello divorato da un canide”.
Gli agricoltori veneti – commenta Coldiretti – non hanno certo bisogno di un censimento per contare questi animali, vedono ogni giorno i disastri ambientali: dalle nutrie che forano gli argini ai cervi che distruggono la biodiversità, dai cinghiali che grattano i terreni ai piccioni che mangiano le piante seminate.
Rimarcano, invece, l’assenza dal 2010 di un adeguato ristoro economico, questo si. Nel 2012 il contributo ammissibile era più di un milione trecento mila euro, ma le risorse disponibili erano meno del 20%. C’è da dire che il danno è sempre superiore al contributo ammissibile perché per legge non si può che erogare fino al 60% , cosi che in realtà, la disponibilità copre appena il 6 per cento.
Un contributo irrisorio per certi versi offensivo: ad esempio per valore di 2 mila euro, l’agricoltore si vede recapitare un bonifico di 120 euro circa.
In prospettiva con il nuovo piano faunistico – conclude Coldiretti – si dovrebbe porre rimedio in quanto la percentuale lievita all’ 80% e le procedure responsabilizzano gli ambiti territoriali di caccia: ma il problema resta lo stesso da tre anni: la cassa è vuota nonostante i versamenti della tassa di concessione regionale depositata annualmente dai cacciatori è pari a 5 milioni di euro.
30 novembre 2013