Bisogna bloccare la rivalutazione solo di chi prende piu’ di 55.000 euro: lo chiede il Codacons, commentando i dati di oggi dell’Inps secondo cui oltre 7,2 milioni di pensionati Inps, pari al 52% del totale, ha un reddito pensionistico complessivo inferiore a 1.000 euro al mese.
In pratica, sostiene il Codacons, “salvo siano evasori che non hanno mai versato contributi, vivono di stenti e rinunce. Questo dato, pero’, non deve indurre a ritenere, come ha fatto il Governo Monti, che il 12,7% che riscuote pensioni comprese tra 1500 e 2000 euro mensili sia, quindi, ricco e non abbia la necessità di veder rivalutata la propria pensione”. “Aver bloccato le rivalutazioni delle pensioni sopra 1405 euro lorde, come se si trattasse di milionari, e’ a dir poco vergognoso, specie se poi si infiammano i prezzi con aumenti delle accise e dell’Iva”, si legge nella nota.
“Senza contare – afferma il Codacons – che queste pensioni da fame dovrebbero essere adeguate al reale aumento del costo della vita dei pensionati e non aggiornate all’inflazione media delle famiglie italiane, considerato che un pensionato ha molte piu’ spese obbligate rispetto agli altri e concentra la gran parte delle spese in alimentari e abitazione (acqua, elettricita’?). Dal 2002 ad oggi i pensionati hanno avuto un’inflazione almeno doppia rispetto a quella ufficiale, perdendo sempre piu’ potere d’acquisto. Ecco perche’ il Governo dovrebbe smetterla di voler risanare i conti pubblici intervenendo sempre sulle pensioni, salvo si tratti realmente di benestanti che guadagnano oltre la penultima aliquota Irpef, ossia oltre 55.000 euro. Solo per loro si puo’ immaginare un parziale blocco della rivalutazione della pensione e non certo, come pensa di fare in futuro il Governo Monti, per chi prende 2900 euro lorde al mese, ossia 6 volte il minimo”.
Agi – 20 novembre 2012