La Cisl dà il via al nuovo sindacato del lavoro pubblico, frutto dell’accorpamento di sei categorie del pubblico impiego (funzione pubblica, scuola, sicurezza, medici, università, innovazione e ricerca).
Quella nata ieri è la federazione di lavoratori attivi più numerosa d’Italia, con 585mila iscritti e 25mila delegati Rsu. Con questa riorganizzazione interna che avrà un impatto sul contenimento dei costi e sul taglio di poltrone, secondo quanto ha spiegato il leader Raffaele Bonanni, la Cisl vuole lanciare un messaggio alla pubblica amministrazione, affinchè in tempi di spending review si muova nella stessa direzione. Dopo l’operazione sulle province, la Cisl sollecita il governo a ridurre anche il numero di comuni, regioni e partecipate, a tagliare gli sprechi per ottenere risparmi da destinare alla contrattazione, visto che il rinnovo è congelato ormai da cinque anni. Al premier Renzi il nuovo sindacato dice: «non ci interessano le liturgie, l’innovazione che vogliamo non è aprire un tavolo, ma arrivare al risultato».
Con l’unificazione di tutti i lavoratori del settore pubblico la Cisl è convinta di creare un soggetto «più forte nel ruolo di rappresentanza e tutela» per poter giocare «da protagonisti» nella riforma della Pa. A coordinare il nuovo soggetto è Francesco Scrima (Cisl Scuola), affiancato da Pompeo Mannone (Fns-Cisl), Biagio Papotto (Cisl-Medici), Antonio Marsilia (Cisl università), Giuseppe De Biase (Fir-Cisl) e Giovanni Faverin (Cisl-Fp). Ieri è stata deliberata l’adesione al nuovo soggetto delle sei categorie che verranno sciolte successivamente con i rispettivi congressi. «Lo faremo anche per altre categorie – ha aggiunto Bonanni – passeremo a regime da 17 a 7 categorie. Vorrei che tutti i parolai facessero lo stesso per le materie di loro competenza». Tra i prossimi passi c’è la creazione della federazione delle reti (unificando Fistel, trasporti ed elettrici), la federazione del territorio (accorpando edili e agroalimentari), dell’industria (Fim e chimici), del terziario (commercio e somministrati), dei servizi (poste e bancari), accanto ai pensionati.
Il Sole 24 Ore – 16 maggio 2014