Dai colli alla pianura, dai terreni agricoli alle strade. Sembra inarrestabile l’espansione dei cinghiali nella provincia padovana. L’ultimo episodio sabato sera, quando un gruppo di ungulati ha attraversato la strada provinciale 48 che collega Ospedaletto a Noventa Vicentina mentre transitava l’auto guidata da una 34enne della zona. Inevitabile l’impatto, per fortuna senza conseguenze: il cinghiale colpito è sopravvissuto, l’autista e i passeggeri non si sono fatti niente. In compenso, il danno alla carrozzeria è di tremila euro. E quanto accaduto non sarebbe un caso isolato. Ieri infatti Confagricoltura Padova ha riferito di aver ricevuto «molte segnalazioni» sulla presenza di cinghiali «in pianura, da Montagnana a Monselice, con danni ai seminativi e alle orticole in crescita». Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova, punta il dito contro il Parco Colli: «Non sappiamo che cosa stia facendo, in quanto il sito dove vengono pubblicati i numeri sull’attività dei selecontrollori non viene aggiornato dal novembre scorso. Abbiamo l’impressione, però, che abbattimenti e catture in questi mesi siano stati ben pochi, dal momento che gli animali si stanno diffondendo anche al di fuori dell’area del parco, soprattutto dove ci sono corsi d’acqua e vegetazione». Barbetta chiede un intervento immediato: «Nel 2018 il numero dei cinghiali abbattuti è calato, passando da 1.560 a 1.130. Vista la situazione, bisognerebbe raggiungere almeno 3 mila catture annue per incidere in maniera efficace. La mancanza di personale addetto alla cattura nei primi mesi dell’anno, che sono molto importanti per il controllo della popolazione di cinghiali, causa invece un blocco delle attività».
Giuseppe Pan, assessore regionale a caccia e pesca, respinge le accuse: «Gli abbattimenti stanno andando avanti, anzi, da inizio anno abbiamo abbattuto un migliaio di capi. Inoltre il personale ha appena ricevuto tre rinforzi e presto ne avrà altri sei. Purtroppo la fauna selvatica può arrivare ovunque». «Noi siamo disponibili a fornire uomini e mezzi, ma finora la Regione non ci ha chiesto niente – commenta Vincenzo Gottardo, vicepresidente della Provincia -. Se le attività si fermano, i cinghiali proliferano: basta stare fermi due settimane per perdere il lavoro di tre mesi».
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