In Cina una partita di latte avvelenato ha causato la morte di tre bambini e il ricovero di altri 39. Secondo il quotidiano di Stato China Daily, i due imprenditori responsabili sono stati arrestati e rischiano la pena capitale.
Purtroppo non è la prima volta che succede, e questo ennesimo scandalo genera un certo discredito sull’efficacia dei controlli e sulla sicurezza alimentare nel Paese della Grande Muraglia.
La vicenda ha preso il via in due fabbriche della provincia di Gansu, a nord-ovest del paese, per l’illecito inserimento di nitriti. L’avvelenamento da nitrito – secondo lo US Centers for Disease Control and Prevention – può causare nausea, stordimento, stress respiratorio, perdita di conoscenza e convulsioni.
Non è la prima volta che succede. Nel 2008, sempre in Cina e a causa di un’altra frode sul latte in polvere, quella volta contaminato da melammina, almeno sei bimbi morirono e 300mila furono ospedalizzati per crisi nefrologiche. A questo episodio seguirono 96 arresti, 2 condanne all’ergastolo e un’allerta su scala planetaria, con conseguenti divieti e controlli sistematici sulle importazioni di tutti i prodotti potenzialmente a rischio.
Le autorità cinesi hanno annunciato per il nuovo scandalo l’apertura di un’indagine sulla filiera cinese del latte. Anche questa notizia però non è nuova: il mese scorso l’autorità sanitaria aveva già ordinato il fermo degli impianti di 1.176 imprese produttrici di latte a seguito di ispezioni condotte nell’intero territorio nazionale dopo aver reso pubblico, a luglio 2010, l’avvenuto sequestro di 25mila tonnellate di latte in polvere non conforme ai reuquisiti di legge.
Zhao Lianhai, padre 38enne di una giovane vittima morta a causa del latte contaminato nel 2008, era stato condannato nel novembre 2010 a due anni e mezzo di prigione per “disturbo dell’ordine sociale”, avendo denunciato l’inefficienza e i ritardi delle autorità sanitarie nel tutelare i bambini avvelenati. Nonostante la repressione subita dal regime, Zhao Lianhai è stato rilasciato per esigenze di salute la scorsa settimana e il 5 aprile Zhao, in un’intervista rilasciata al quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, ha nuovamente sollecitato il governo cinese a intervenire con decisione.
Per dovere di cronaca va detto che i problemi alimentari in Cina sono abbastanza frequenti basta ricordare i casi recenti delle carni suine, del vino rosso contaminato, deii funghi decolorati con additivi illegali, il falso tofu, gli oli di cottura riciclati….
È da escludere che la crisi emersa in questi giorni possa coinvolgere in qualche modo l’Europa. Europea. In aggiunta ai divieti di importazione di carni, uova e ovoprodotti la Commissione europea, con decisione 2008/798/CE del 14.10.08, ha consolidato apposite misure di salvaguardia sulle importazioni dalla Cina di latte, prodotti a base di latte e alimenti che li contengono:
— divieto assoluto di importazione di cibi contenenti latte destinati a neonati e bambini,
— analisi sistematica di tutti gli alimenti e mangimi che contengono latte e derivati presso i punti di controllo
— analisi preventive, a campione, su altri prodotti alimentari importati con elevato tenore di proteine,
— distruzione immediate delle derrate non conformi.
Ilfattoalimentare.it – 11 aprile 2011