I conti non tornano secondo l’assessore regionale al Bilancio Roberto Ciambetti, nel senso che mentre il debito pubblico italiano aumenta, quello della Regione Veneto è in costante diminuzione.
Ma questo non porta ad uno straccio di vantaggio: la spesa pro capite ammessa nel Veneto nel tetto del patto di stabilità è di gran lunga inferiore alla media nazionale delle altre regioni. «Una presa in giro».
E allora ecco le pillole snocciolate da Ciambetti ad un incontro promosso dalla Ca´ Foscari, in collaborazione con la sezione veneta della Corte dei Conti. Ciambetti ha sottolineato che il debito pubblico del Veneto, in base ai dati forniti proprio dalla Corte dei Conti, è pari a 286 euro pro capite contro una media nazionale di 679 euro e che da sola la Regione Lazio, con 5,7 milioni di abitanti, ha un debito pari alla somma dei debiti di Lombardia, Veneto, Emilia, Liguria e Piemonte, che contano circa 24 milioni di abitanti. E sempre in un confronto tra le Regioni Veneto e Lazio, il debito della prima è pari al 13% rispetto alle entrate correnti, mentre per la seconda ammonta all´80%.
Sotto il profilo della composizione del debito, le più indebitate sono quelle meridionali, che assorbono il 39% del debito regionale complessivo, contro l´8,4% di quelle del Nord Est. «Insomma – sostiene l´assessore – mentre il debito pubblico italiano aumenta, quello della Regione del Veneto è in costante diminuzione. Ma se da una parte siamo orgogliosi di questo risultato, dall´altro ci sentiamo presi in giro e defraudati, perché non è accettabile che la spesa pro-capite ammessa nel Veneto nel tetto del patto di stabilità sia di 491 euro contro una media nazionale per le Regioni a statuto ordinario di 647 euro, che se applicato alla nostra realtà ci consentirebbe di immettere nel circuito economico oltre 786 milioni».
Il Giornale di Vicenza – 26 ottobre 2012