«La nuova Inps sarà la casa del welfare degli italiani». Questo è il commento più «strategico» finora offerto agli italiani dal presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, per spiegare la decisione del decreto salva-Italia di accorpare nell’istituto di previdenza anche l’Inpdap e l’Enpals. La ministra Elsa Fornero, una delle poche che ha il merito di ben comunicare nel governo Monti, non ha detto praticamente nulla e men che meno ha proferito il premier Monti sulla vicenda. Eppure, se si vara una operazione tanto ambiziosa da essere presentata agli italiani come il nuovo luogo per le gestione dello stato sociale, logica avrebbe voluto che il tutto fosse accompagnato dalla rappresentazione di quale welfare la nuova Inps avrebbe dovuto gestire. Intanto la Corte dei conti muove rilievi ai super-poteri del presidente Inps
Quale riforma complessiva l’esecutivo aveva in testa. A leggere le carte invece l’operazione superInps appare come un mero intervento di riorganizzazione amministrativa con un livello di ambizione molto contenuto perfino a livello di risparmio di costi target. Le riduzioni di spesa previste dal provvedimento governativo per questa operazione di fusione sono di soli 20 milioni di euro nel 2012, di 50 nel 2013 che salgono a 100 dal 2014. Come dire che si lavorerà sulla logistica e su qualche ottimizzazione di processi senza entrare nel merito dei veri problemi: riportare la pianta organica alla produttività del ventunesimo secolo. E infatti i calcoli fatti in precedenza parlavano di potenziali risparmi di 3 miliardi e mezzo in un decennio, tempo certamente lungo per verificare la bontà di qualsiasi fusione. È ovvio che Monti e la Fornero hanno dossier ben più importanti di cui occuparsi e che si occuperanno della superInps, se e quando potranno, in un secondo momento, ma è altrettanto chiaro che l’operazione è stata varata senza una chiara visione a tendere.
Il nuovo welfare italiano avrà bisogno di un unico soggetto attuatore, cosa poco europea? È giusto continuare a confondere in un unico corpo le distinte missioni di gestire la previdenza con quella di fare assistenza e socialità? Oggi, garantire la miglior gestione del risparmio, in tempi ipervolatili e complessi, è già una supermissione. Per capire la missione definitiva della superInps non resta che attendere un intervento di Monti e/o della Fornero. Riforme di una tale portata in democrazia sono presentate dai vertici del governo non da interviste occasionali dei superburocrati. I numeri uno dell’Irs o della Social Security americane sui media non compaiono praticamente mai. Di strategia parla il presidente oppure il suo staff di governo. Nell’Italia contemporanea la presenza alluvionale dei burocrati sui media certifica, a modo suo, la difficile situazione della democrazia.
Super Mastrapasqua. Resa dei conti all’Inps
I super poteri del presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, fanno mugugnare la Corte del conti. Antonio Ferrara, il magistrato delegato al controllo dell’ente, in una lettera a Mastrapasqua e al ministero del Lavoro analizza le “linee generali” dell’Inps per accorpare I’Inpdap e I’Enpals e mostra perplessità sull’accentramento dl poteri a favore del presidente dell’Inps. Per il magistrato della Corte ci sono anomalie derivanti dalla singolare configurazione dl un organo monocratico, preposto a un duplice ruolo di rappresentante dell’istituto e di organo dl indirizzo e gestione, a scapito sia della direzione generale dell’ente sia del Civ, il Consiglio dl Indirizzo e vigilanza dell’Inps. Il magistrato critica anche le autodesignazioni nelle società partecipate.
tratto da ItaliaOggi e l’Espresso – 2 marzo 2012
L’immagine pubblicata è tratta dal sito Usb.it (Unione sindacale di base)