Attenzione a mangiare pesce crudo. La raccomandazione arriva dal Ministero della Salute ed è stata immediatamente recepita dal Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 14 che ha attivato il Servizio veterinario perché verifichi la presenza del parassita “Anisakis” sulle specie ittiche che vengono vendute e consumate nel territorio clodiense.
In realtà il Servizio Veterinario monitora la situazione da ben tre anni ed oggi snocciola i numeri che, in quanto significativi, hanno convinto l’Ulss 14 a promuovere un progetto volto a sensibilizzare la popolazione verso questo tipo di problematica e ad individuare per mezzo di un semplice prelievo di sangue chi tra i consumatori ha avuto contatto con il parassita per avere consumato il pesce crudo. Esame che è del tutto gratuito.
Ecco come aderire: il cittadino candidato a questo tipo di esame è quello che mangia pesce crudo, insalate crude, sushi, piatti marinati o affumicati. Se, infatti, prima di consumarlo, il pesce viene ben cotto, non si corre il pericolo di contrarre “l’Anisakis”.
Nel primo caso, invece, esiste la possibilità di aver mangiato del pesce contenente il parassita per cui si consiglia di rivolgersi al Servizio Veterinario in Riviera Caboto a Chioggia, personalmente o telefonicamente (041/55272213-041/5572218 oppure 041/5572213), preferibilmente di mattina dalle 8.00 alle 13.00.
Al cittadino verrà sottoposto un questionario e, nel momento in cui i sanitari lo valuteranno idoneo a sottoporsi al test, gli verrà consegnata una richiesta per il laboratorio analisi dell’ospedale di Chioggia con la quale potrà effettuare l’esame del sangue gratuitamente. Nel caso, poi, il cittadino dovesse risultare positivo al test, verrebbe ricontattato per ulteriori accertamenti.
“E’ importante che, in una città di mare come questa – dice Luciano Boffo, direttore del Dipartimento Sicurezza Alimentare – si monitori la salubrità del pesce. Mangiare, infatti, del pesce che è infettato dall’Anisakis, può comportare diverse problematiche dal punto di vista della salute come vomito, disturbi gastroenterinali, manifestazioni allergiche fino a situazioni più gravi come la comparsa di granulomi intestinali”.
La fotografia dello stato di salute del pesce che sbarca nel mercato ittico clodiense rivela che il pesce locale è colpito da questo parassita per il 30% dei casi, quello nazionale per il 50%, infine quello proveniente dall’Atlantico per il 60%. La malattia da Anisakis è conosciuta dal 1845, i primi casi umani furono riscontrati in Olanda nel 1955 per consumo di aringhe marinate. Il Paese più colpito è il Giappone proprio perché lì c’è l’abitudine di mangiare pesce crudo.
Ma le segnalazioni provengono da tutto il mondo. “Nel caso dell’Anisakis – continua Boffo – è fondamentale una diagnosi precoce e certa. Può capitare che alcune persone soffrano di disturbi gastroenterinali e pensino di avere uno stato influenzale invece potrebbero essere stati infestati dall’Anisakis. Individuare precocemente il parassita permette di intervenire subito con una cura appropriata ed efficace e garantire così una pronta guarigione. Consiglio, pertanto, ai cittadini che hanno questo tipo di abitudine alimentare, di aderire alla nostra iniziativa preventiva”.
Fonte: Ulss 14 – 10 ottobre 2012