Un’altra moria di caparozzoli ha colpito gli allevamenti della laguna centrale: Agrimol, Coopesca, Covemo, Faro Azzurro, Pellestrina sono le cooperative le cui concessioni nell’area sono state praticamente desertificate e che, adesso, dovranno far ricominciare daccapo il ciclo produttivo.
Da mercoledì una grande chiazza bianca si muoveva nei dintorni di questi allevamenti. Secondo i pescatori si tratta di acqua praticamente priva di ossigeno che quando, nel suo vagare, ha ricoperto le zone seminate a caparozzoli, ha fatto morire i molluschi per soffocamento. I veterinari dell’Asl 12 veneziana hanno eseguito, tra giovedì e venerdì, numerosi campionamenti e prelievi i cui i risultati non sono ancora noti, ma la perdita della quasi totalità del prodotto adulto appare certa. Ora per questi operatori si apre una stagione drammatica visto che rischiano di arrivare a Natale, il periodo migliore per la vendita delle vongole, quasi senza prodotto di taglia commerciale. E, nello stesso tempo, dovranno reinvestire in acquisto di materiale seminale per ripopolare i vivai, ma lo potranno fare solo se avranno la certezza che sia venuta meno la causa della moria. E propria questa “causa”, sconosciuta o, almeno, controversa, è il nodo della questione. La cooperativa Atena, proprio a questo proposito, si è attrezzata con una centralina elettronica in grado di monitorare e registrare tutti i parametri fisico chimici dell’area in concessione: temperatura, salinità, ph, clorofilla, ecc. Un modo per capire se eventuali morie (per ora questa coop è indenne) derivino da anomale condizioni climatiche e quali. In caso contrario resta l’unico responsabile che i pescatori ritengono esserci: l’inquinamento della laguna.
Diego Degan – La Nuova Venezia – 26 agosto 2012