Anche i luoghi più protetti non riescono a contenere l’avanzata del covid. Ieri il virus è penetrato nel reparto di Geriatria dell’ospedale di Chioggia: tre gli anziani risultati positivi ai quali si sommerebbe un operatore sanitario. I tre pazienti sono stati isolati in un’altra ala dell’ospedale, in reparto via alle sanificazioni e stop alle visite e ai nuovi ricoveri. Solo con gli esiti dei tamponi effettuati sugli altri pazienti di Geriatra si avrà un quadro più definito del focolaio. Sempre ieri, sono emerse le positività di alcuni operatori del Pronto Soccorso e di Chirurgia, contagiati in ambito familiare.
Il cluster di Chioggia segue quello di Mestre. Solo dieci giorni fa un altro focolaio era infatti esploso nel reparto di Geriatria dell’ospedale dell’Angelo con due anziani e una decina di operatori contagiati. L’immediato intervento dei sanitari aveva evitato che il virus si propagasse.
L’attenzione verso le strutture sanitarie è massima, perché nei prossimi giorni saranno chiamate a un ulteriore stress. La curva epidemiologica continua a salire. Ieri sono stati scovati 328 nuovi casi che portano gli attualmente positivi a 5089 (in sette giorni si sono contagiate 2217 persone). Tra questi un operatore dell’anagrafe del Comune di Spinea che ha sanificato tutto ma annuncia rallentamenti agli sportelli e invita tutti a evitare di andare in Municipio.
Sono invece 210 (+10) le persone ricoverate delle quali 19 in terapia intensiva. Ieri sono morte 2 persone che portano i deceduti a 386.
Per reggere l’urto del picco di contagi, gli ospedali sono pronti a una rapida riorganizzazione. Nell’Usl 3, le trasformazioni più importanti riguardano il Dolo, individuato come covid hospital di riferimento. Nel nosocomio, Urologia e Ortopedia stanno gradualmente riducendo la loro attività: i prossimi passaggi, a meno di un’improvvisa frenata dell’epidemia, saranno il blocco dei ricoveri ordinari e il trasferimento dei due reparti a Mirano (possibile, come accaduto in primavera, che venga anche bloccata l’attività del polo nascite rivierasco). Se i ricoveri continueranno a salire, anche l’Angelo subirà modifiche organizzative, secondo lo schema di marzo quando un’area di pneumologia fu dedicata interamente ai pazienti covid. L’Usl 3 è pronta ad attivare nuovi posti letto in terapia intensiva: a gennaio erano 54, oggi sono 70, ma se servisse si arriverà a 101.
La riorganizzazione interessa anche l’Usl 4 dove ieri non sono mancate le polemiche: il computer che processa i tamponi a San Donà ha avuto un malfunzionamento impedendo per due ore il referto degli esiti dei test attesi da diverse famiglie di studenti che, infastidite, hanno contattato più volte i centralini dell’azienda sanitaria. Nell’Usl 4, l’ospedale dove sono in corso più lavori è quello di Jesolo, covid hospital di riferimento del Veneto Orientale che si sta riorganizzando per accogliere anche i pazienti più gravi. L’Usl ha stipulato una convenzione con la casa di riposo Stella Marina (un’altra è in via di definizione con la Rizzola di San Donà) che ha già iniziato ad ospitare pazienti covid e con la Tempor spa per una campagna di ricerca di infermieri, operatori socio sanitari tecnici di laboratorio per gli ospedale di San Donà, Jesolo e Portogruaro.