Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di Lav ed Enpa di sospendere la delibera regionale numero 440 del 12 giugno recante il Piano regionale interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africane nella specie cinghiale (Priu), nella parte in cui ha previsto che nei prossimi tre anni debba essere raddoppiata la consistenza numerica degli abbattimenti di cui ai piani di selezione della stagione 2021-22, andando ad abbattere circa 50.000 capi e nella parte in cui prevedere la possibilità di utilizzare e di ottimizzare la forma della braccata.
La decisione è stata presa lunedì scorso. Il tribunale amministrativo ha ritenuto di non concedere la sospensiva considerato che nell’atto impugnato l’amministrazione dà atto ”che l’attuale situazione epidemiologica impone l’immediata adozione di tale piano, nelle more del parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e del Centro di referenza nazionale per la peste suina, indicando quale presupposto della mancata previa acquisizione dei pareri in questione l’urgenza di provvedere al riguardo”. ”L’amministrazione regionale – aggiunge inoltre il Tar – era tenuta approvazione del piano in questione nei ristretti termini indicati dalla normativa di settore, pena il commissariamento”.
Contro la decisione assunta dal Tar è possibile ricorrere al Consiglio di Stato