Alla fine la ricomposizione, almeno per il momento, è arrivata e lunedì prossimo i tre sindacati principali scenderanno insieme in piazza contro la manovra varata dal Governo Monti.
Fumata bianca quindi nel corso dell’incontro che, questa mattina, ha visto accomodarsi allo stesso tavolo, presso la sede della Uil, i tre leader sindacali Susanna Camusso (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e il “padrone di casa” Luigi Angeletti. Lunedì, quindi, sciopero unitario di tre ore contro il decreto “salva-Italia”. I tre sindacati hanno deciso, inoltre, di effettuare «presidi permanenti davanti alla Camera dei deputati e al Senato fino alla conclusione dell’iter parlamentare previsto per la manovra».
I tre leader sindacali chiedono un incontro con il Governo
Nel comunicato congiunto diffuso al termine del vertice di stamane, i tre segretari si dicono «preoccupati per le conseguenze che la manovra economica determina sui lavoratori dipendenti e pensionati e sulle prospettive di sviluppo del Paese» e «chiedono un incontro al Governo Monti per affrontare i problemi derivanti dalla manovra e per chiedere i necessari cambiamenti». Le tre sigle proveranno quindi a marciare uniti ed è per questo che Camusso, Angeletti e Bonanni sollecitano anche un incontro con tutti i partiti per «la presentazione di emendamenti nella fase della discussione parlamentare». Già da oggi, inoltre, Cgil, Cisl e Uil «presenteranno emendamenti comuni nel corso dell’audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato».
I distinguo sulla manovra
Insomma, l’unità sindacale è per ora salva. Anche se negli ultimi giorni si erano registrati nuovi attriti tra le tre confederazioni. Le perplessità rispetto al pacchetto di misure anti-crisi sono molto simili, anche se Cisl e Uil puntano in questa fase a ottenere soprattutto un riconoscimento di metodo, rivendicano cioè una trattativa sul decreto per provare a studiare dei correttivi, mentre la Cgil ne fa soprattutto una questione di merito e giudica la manovra iniqua per i lavoratori e i pensionati.
Gli attriti degli ultimi giorni tra le tre segreterie
I tre segretari, però, sono riusciti stamane a mettere da parte le differenze e a unire le forze per ottenere dall’esecutivo alcune correzioni. Già domenica, al termine dell’incontro con Monti, la numero uno della Cgil, Susanna Camusso, aveva provato a lanciare l’amo in direzione di Cisl e Uil con l’obiettivo di concordare insieme le modalità di una possibile protesta contro il decreto salva-Italia. Poi lunedì la svolta. Con Bonanni e Angeletti che proclamano per il 12 dicembre l’astensione dal lavoro per due ore in tutti i comparti anche se ammettono che c’è una consultazione con la Camusso.
Il lavoro degli sherpa per ricomporre le divisioni
La scelta di protestare provoca però l’irritazione della Cgil. Così la Camusso, a stretto giro, convoca lo stato maggiore nella sede di Corso d’Italia e risponde con una mobilitazione di quattro ore in programma lo stesso giorno. Non senza una bacchettata pubblica all’indirizzo degli altri due sindacati colpevoli di aver indetto uno sciopero escludendo la Cgil dal confronto. A questo punto gli sherpa dei tre sindacati si mettono al lavoro per provare a ricomporre le divisioni e dopo diversi contatti matura la decisione di un summit a tre fissato per stamattina. Che sancisce una temporanea tregua sindacale.
Ilsole24ore.com – 7 dicembre 2011