L’ordine dei camici bianchi sta valutando l’ipotesi di appellarsi alla Corte di Giustizia europea. Annunciate forme di protesta per modificare la legge. Il presidente Falconi: “Brunetta lavori un giorno con noi”
“Ricorso alla Corte di Giustizia europea e forme di protesta per modificare la legge” sui certificati medici online, e per dire ancora una volta “no alle sanzioni previste per i medici”. E’ quando annuncia l’Ordine dei medici di Roma, dopo il Consiglio straordinario convocato dal presidente Mario Falconi per fare il punto sulla trasmissione telematica dei certificati.
“Il Consiglio è stato aperto alla partecipazione dei rappresentanti dei sindacati medici e delle società scientifiche – riferisce una nota – così da avere un quadro della situazione quanto più completo possibile”. Il risultato del vertice è stata “un’unanime stigmatizzazione delle sanzioni previste dalla legge Brunetta, ritenute sproporzionate e offensive per l’intera categoria. Pertanto l’Ordine di Roma, il più numeroso d’Italia con i suoi oltre 41mila iscritti ha deliberato di chiedere, anche con forme organizzate di protesta, la modifica dell’attuale legge. In particolare, ha dato mandato ai propri legali di valutare il ricorso alla Corte di Giustizia europea”.
Falconi non usa mezzi termini: “Le sanzioni previste per i medici che non inviano certificati online sono più appropriate per mafiosi e/o politici corrotti. Non ha senso che il ministro Brunetta tenti di renderle più accettabili affermando che saranno applicate, a discrezione, solo in caso di colpa grave e reiterata. Se esiste una legge questa va applicata e non interpretata, quindi occorre modificare quella che c’è: altre vie non ci sono”, afferma il numero uno dell’Ordine provinciale romano dei medici e odontoiatri.
“Va inoltre considerato – aggiunge Falconi – che un medico accusato ingiustamente di non aver ottemperato all’obbligo di trasmissione telematica, per difendersi dovrà comunque affrontare le spese legali. Chi le ripagherà e chi gli ripagherà i danni morali se risulterà, come nella maggior parte dei casi, incolpevole? Così Brunetta ha ulteriormente accentuato i sentimenti di profondo disagio della nostra categoria”. A questo proposito, continua la nota dell’ordine, “il Consiglio ha deliberato di proporre alla prossima assemblea di dicembre l’estensione del proprio fondo di solidarietà a favore di quegli iscritti non in grado di farsi carico dei costi dell’assistenza legale”.
“Invitiamo il ministro a passare almeno un giorno in un pronto soccorso, uno studio di medicina generale e una guardia medica – propone Falconi – così si potrà rendere conto di persona della realtà in cui lavoriamo”. E i medici romani lanciano un’idea: “Almeno una parte del forte risparmio che, secondo i calcoli del ministro Brunetta, sarà conseguito con l’invio online dei certificati sia reinvestito nel sistema informatico e in dotazione tecnologica ai medici e alle strutture ospedaliere, in particolare ai pronto soccorso”
Infine, al termine del Consiglio straordinario sono state decise forme di protesta mirate a supportare la richiesta di urgenti modifiche al testo. Tra le altre, l’invito a tutti i medici italiani di inviare e-mail con tale richiesta direttamente al ministro Brunetta, al ministro della Salute e al presidente del Consiglio. “E’ stata anche preventivata una manifestazione delle varie componenti mediche e odontoiatriche da tenersi nella Capitale, in coincidenza con le prossime elezioni amministrative. Anaao, Cipe, Cisl Medici, Fials Medici, Fimmg, Smi e Uil-Fpl Medici sono le sigle sindacali che sposano la posizione espressa dal Consiglio straordinario dell’Ordine, mentre per le circa 80 società scientifiche – conclude il comunicato – ha portato l’adesione il coordinatore della Consulta, Emilio Scotti”.
Repubblica.it
12 febbraio 2011