di Marco Travaglio. E’ ormai la frase più pronunciata dai politici in cerca di alibi: per tagliare le pensioni, per far fuori l’articolo 18, per privatizzare la Rai ecc. Ma quando la Ue vuole davvero qualcosa – ad esempio norme più severe contro la corruzione – toh, se ne infischiano tutti
Parlamento europeo a BruxellesFino a tre mesi fa tutto ciò che veniva dall’Europa era cacca. Ora è vangelo. I pidiellini e i leghisti che, con l’aggiunta dei soliti franchi tiratori di centrosinistra, hanno votato alla Camera l’emendamento del padano Gianluca Pini sulla responsabilità civile dei singoli magistrati, dicono di averlo fatto perché “ce lo chiede l’Europa”. Lo stesso Pini ha dichiarato che il suo capolavoro recepisce la sentenza della Corte di giustizia che “il 24 settembre 2011, come era logico, perché era palese, ha condannato l’Italia perché è uno dei pochissimi Stati del mondo occidentale che non permette a un cittadino che ha subìto un’ingiustizia o un danno da parte della magistratura di ricorrere contro questi signori”. Balla sesquipedale: il 24 settembre 2011 la Corte Ue non ha emesso alcuna sentenza sull’Italia. Ne ha emesse due in altre date (24 novembre 2011 e 13 giugno 2006) in cui parla delle “responsabilità degli Stati membri”, che devono risarcire i danni causati ai cittadini da manifeste violazioni del diritto comunitario da parte di un giudice: gli Stati, non i singoli giudici. Dopodiché gli Stati possono rivalersi sui giudici: proprio come già prevede la legge italiana. E solo quella, perché in tutti gli altri grandi Paesi i giudici godono di totale immunità nell’esercizio delle loro funzioni. Dunque non possono subire rivalse né dai cittadini né dagli Stati.
Anzi la raccomandazione n.12 del Consiglio d’Europa (17 novembre 2010) stabilisce che “i giudici non devono essere personalmente responsabili se una decisione è riformata in tutto o in parte”, mentre ovviamente “fuori dall’esercizio delle funzioni giudiziarie rispondono in sede civile, penale e amministrativa come ogni cittadino”. Vedremo se il Senato correggerà l’asinata della Camera. Intanto la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per i respingimenti indiscriminati di migranti previsti dal trattato italo-libico: lo Stato dovrà risarcire con 15 mila euro a testa i 22 profughi che avevano fatto ricorso e probabilmente gli altri mille finora respinti in quel modo barbaro. E il danno crescerà se il governo Monti non ritirerà l’assurda decisione di confermare l’orrendo trattato, di cui quella pratica illegale è uno dei capisaldi. L’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, noto giureconsulto, ha parlato di “sentenza politica di una corte politicizzata” (le toghe rosse europee).
Ora, per usare un argomento caro ai fautori della responsabilità civile personale dei giudici, la domanda è semplice: chi paga? Maroni? Berlusconi? Bossi? Tutti insieme? Perché, per dirla col presunto onorevole Pini, bisogna consentire a “un cittadino che ha subìto un’ingiustizia o un danno da parte del Pdl e della Lega di ricorrere contro questi signori”. Chissà perché gli italiani dovrebbero pagare gli errori di politici somari che legiferano contro il diritto internazionale. A quando una legge per la responsabilità civile dei parlamentari e dei ministri? “Ce lo chiede l’Europa”. Che però piace solo quando fa comodo a lorsignori. Per tagliare le pensioni e cancellare l’articolo 18, la scusa è “ce lo chiede l’Europa”.
Ora l’Ocse vorrebbe addirittura imporci di togliere altre tutele ai lavoratori col posto fisso e di privatizzare la Rai (e perché non anche la Bbc inglese, France Tv, la Tve spagnola, la Rtf tedesca e così via?). E tutti zitti, anche se si tratta di competenze tipiche degli Stati nazionali. Se però l’Europa, nell’ottobre 2009 con il Gruppo di Stati europei contro la corruzione e poi il 12 gennaio 2012 con l’Ocse, ci chiede di allungare la prescrizione contro la corruzione e di ratificare la convenzione anticorruzione di Strasburgo 1999, sottoscritta dall’Italia e mai trasformata in legge dal nostro Parlamento, i nostri politici fanno orecchi da mercante. E pure i tecnici. Nell’opuscolo autocelebrativo dei primi 100 giorni del governo Monti la parola Europa compare dieci volte, le parole corruzione e prescrizione mai. Forse perché la prescrizione cancella ogni giorno 389 processi, compresi gli ultimi sei di Berlusconi. Il quale, ancora oggi, conta molto più dell’Europa
L’Espresso – 8 marzo 2012