Nella sede della Conferenza delle Regioni il seminario su “Risorse tra limiti del CCNL e vincoli di spesa. Le principali novità del CCNL dell’area sanità triennio 2019-2021”. Alparone: “Occorre incrementare il Fsn e allentare alcuni vincoli di spesa”. Naddeo: “Dobbiamo rendere il lavoro nella sanità pubblica sempre più all’altezza delle sfide”. Mattei: “Ministero al lavoro per ridurre i tempi di assunzione di medici e personale sanitario”.
“Risorse tra limiti del CCNL e vincoli di spesa. Le principali novità del CCNL dell’area sanità triennio 2019-2021” al centro del seminario, che si è svolto nella sede della Conferenza delle Regioni a Roma, sui contenuti e le prospettive dei rinnovi contrattuali del personale sanitario. Si tratta di nuove sfide per l’intero settore. Aran e sindacati hanno sottoscritto, infatti, i testi definitivi di tutti i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro per il triennio 2019-2021 che riguardano il personale sanitario, dal comparto alla ricerca sanitaria, fino ad arrivare alla dirigenza sanitaria. Ed è proprio sulle principali novità del CCNL dell’Area sanità che si sono concentrati i lavori del seminario con particolare riferimento agli interventi della contrattazione collettiva 2019-2021 in merito alla valorizzazione della professionalità, al miglioramento delle condizioni di lavoro e alla maggiore esigibilità degli istituti contrattuali.
Dopo i saluti del Segretario Generale della regione Lombardia e coordinatore tecnico del Comitato di settore, Antonello Turturiello, il seminario è stato introdotto da Claudio Costa, coordinatore tecnico della Commissione risorse umane della Conferenza delle Regioni, che ha spiegato, riferisce una nota della Conferenza delle Regioni, i dati attuali relativi alla carenza di personale sanitario, rilevando come il tema della crisi e della carenza del personale sanitario sia centrale per una serie di motivi: anzianità dei professionisti, fenomeno migratorio e aumento di richieste di prestazione sanitaria causato dall’aumento della popolazione anziana e, di conseguenza, di cittadini con patologie croniche. A questo si affianca una riduzione di studenti che decidono di frequentare il corso di Medicina Generale e alcune specializzazioni che risultano poco attrattive, ma che sono invece molto richieste e che si sono rivelate indispensabili durante la pandemia. I numeri – analizza Costa – evidenziano come nei prossimi anni non avremo una carenza di medici laureati, ma di specializzati in alcuni settori, e nel contempo di infermieri e di altre professioni sanitarie. Lavorando su elementi normativi e questioni contrattuali, non solo economiche, di valorizzazione della professionalità e di miglioramento delle condizioni di lavoro, sarà possibile affrontare queste criticità”.
“Con i rinnovi contrattuali del personale la sanità pubblica – afferma Marco Alparone – vive una fase di rilancio sul territorio, dopo aver superato con dedizione la pandemia, che ha consumato all’estremo il capitale umano del personale sanitario.
Grazie alla fattiva collaborazione tra Comitato di settore, Aran, sindacati e ministero Salute sono stati fatti degli importanti passi in avanti per tutti i comparti, ascoltando e approfondendo quali erano i reali bisogni, condividendo così un metodo di lavoro valido anche per il futuro.
Ora abbiamo la possibilità con i nuovi contratti 2022-24 di verificare e trovare il migliore equilibrio per rafforzare l’assistenza territoriale, cercando di continuare a migliorare la qualità della vita, la sicurezza sul lavoro degli operatori sanitari e quindi di offrire ai cittadini anche migliori servizi.
La volontà di collaborazione come metodo di lavoro ha permesso di esaltare la professionalità di centinaia di migliaia di lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale. Ora siamo impegnati a raggiungere nuovi obiettivi, consapevoli – rileva Alparone – che per valorizzare le professionalità e i servizi sul territorio sia indispensabile potenziare il Servizio Sanitario Nazionale. Quindi occorre anche incrementare il fondo del servizio sanitario regionale e allentare alcuni vincoli di spesa, come le risorse da destinare al trattamento economico accessorio.
La sfida è attraverso il dialogo continuo tenere al centro della sanità pubblica le persone che ci lavorano. Siamo l’hub del territorio e il modello di lavoro condiviso e di squadra ha già dato degli ottimi risultati”.
Anche il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha rappresentato come la leva del contratto collettivo possa costituire lo strumento per migliorare le condizioni di lavoro e potenziare i servizi sanitari, auspicando così una positiva trattativa per il comparto sanità triennio 2022-24. “La grande sfida – spiega Naddeo – è di continuare a favorire la qualità del lavoro nella sanità pubblica e quindi renderlo sempre più all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte.
La forte sinergia tra il Comitato di Settore, il Ministero della Salute e l’Aran aiuta a superare le controversie e a guardare nella stessa direzione. Ma le riforme, anche di semplificazione, non possono essere a costo zero. Quindi, ben vengano le riforme, ma con adeguati fondi per migliorare in maniera efficace i servizi.
Vanno migliorate le condizioni di lavoro anche con la definizione e il potenziamento di alcuni istituti di supporto a lavoratori e lavoratrici al fine di bilanciare le nuove esigenze e rendere sempre più efficace e appropriata l’organizzazione delle amministrazioni e delle aziende sanitarie. Su queste basi, agiremo nel segno della continuità contrattuale e un pezzo di strada è stato già fatto”.
Marco Mattei annuncia che il Ministero sta lavorando a misure di riduzione dei tempi di assunzione di medici e personale sanitario, perché questo è uno dei diversi interventi utili a ridurre le liste d’attesa e migliorare il servizio in termini generali. Dobbiamo migliorare le condizioni di lavoro ma anche gli orari di lavoro che sono spesso ingestibili, e stiamo lavorando per potenziare la medicina territoriale, così da non intasare gli ospedali e far fronte in maniera più efficiente all’emergenza urgenza.
La tematica del personale e l’eliminazione del tetto di spesa, le indennità, “sono gli interventi di maggior rilievo per costruire un sistema che renda maggiormente attrattive le nostre specialità sanitarie”. Occorre rendere attrattivo ogni aspetto delle professioni sanitarie, ad esempio la stessa qualità della vita privata, rendendo le attività professionali sempre più organizzate: “Stiamo quindi lavorando sui nuovi contratti, sulle liste di attesa e sull’eliminazione dei tetti del personale”.
I lavori sono poi proseguiti con due sessioni di approfondimento, il primo incentrato sulla parte normativa del nuovo CCNL dell’Area Sanità triennio 2019-2021, con particolare riferimento al rapporto di lavoro e al sistema delle relazioni sindacali in un rinnovato modello nelle forme di partecipazione. Sono intervenuti Mariella Mainolfi, Direttore generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio Sanitario Nazionale del Ministero della Salute, Marco Rizzato dell’Aran e Francesco Quaglia della Regione Liguria.
Un altro focus ha riguardato la parte economica del contratto a partire dal quadro finanziario delle risorse messe a disposizione per il triennio 2019-2021, tenendo conto dei vincoli di spesa e delle risorse che caratterizzano la contrattazione collettiva integrativa. Sono intervenuti Nicoletta Carboni (Ispettorato Generale per gli Ordinamenti del Personale e l’Analisi dei costi del lavoro pubblico – I.G.O.P. –), Pierluigi Mastrogiuseppe (Aran) e Antonio Cascio (Regione Emilia-Romagna).
A guidare le due sessioni, Alessia Grillo (Segretario Generale della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome), che ha sottolineato come “il seminario si colloca all’interno del più ampio programma di formazione che il Cinsedo e la Conferenza delle Regioni mettono a disposizione dei funzionari e dirigenti delle Regioni e delle Province autonome. Nell’ambito di questo programma abbiamo voluto dedicare un focus sulle novità introdotte dal CCNL Area Sanità, sottoscritto lo scorso gennaio. Un percorso, quello che ha portato alla definizione del rinnovo contrattuale, caratterizzato da un forte spirito di collaborazione da parte di tutti i soggetti coinvolti. La profonda sinergia tra sindacati, Regioni, Aran e Ministeri competenti ha rappresentato un metodo di lavoro efficace che costituisce un modello anche per le future contrattazioni”.
16 aprile 2024
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