La riforma delle Ipab. La legge sulle cave. Il ridisegno del Parco dei Colli Euganei, le nuove regole per le liste d’attesa in sanità. La holding autostradale del Nordest, il riassetto delle Province, il giro di vite sulle spese nelle società partecipate (e la soppressione tout-court di alcune di esse). E poi le case sui fiumi e sulle palafitte, la vendita dei palazzi della Regione, qualche ritocco a Veneto Sviluppo e Arpav e insomma, c’è davvero di tutto nel Collegato alla legge di Stabilità regionale 2017, 63 articoli utilizzati dalla giunta Zaia un po’ come i governi sono soliti fare con le Finanziarie (avete presente quelle leggi lenzuolo, mono-articolo, con centinaia di commi abilmente cesellati da ministri e parlamentari?).
Il dem Stefano Fracasso lo descrive così: «Una nave su cui sono state impilate montagne di container, che ora la maggioranza sta tentando di portare in porto». E meno male che all’ultimo minuto la giunta ha rinunciato ad inserirci pure la riforma delle Ater, sennò davvero si rischiava di finire sotto la linea di galleggiamento.
Il vice presidente con delega al Bilancio Gianluca Forcolin non si scompone: «È un modo per ottimizzare la tempistica di alcuni provvedimenti che necessitano di chiarezza con urgenza» (tradotto: il modo migliore per comprimere nei tempi contingentati di un unico provvedimento, 30 ore, varie leggi su cui la minoranza potrebbe fare ostruzionismo o addirittura giocarsi «il jolly» inchiodando l’aula per mesi, come fatto dal Pd con la riforma della Sanità). E poi «il confronto con l’opposizione è già stato garantito nelle commissioni, ferma restando la discussione in aula sugli emendamenti che sono stati depositati». Tant’è, il Pd è furibondo e annuncia battaglia per la prossima settimana, quando inizierà la discussione sulla legge di Stabilità e, per l’appunto, sul Collegato, dopo che ieri in una manciata di ore sono stati licenziati sia il Documento economico e finanziario regionale che l’assestamento tecnico 2016. «È un mostro giuridico – attacca Fracasso – che contiene almeno una quindicina di leggi diverse che si sarebbero dovute affrontare una alla volta».
Tra queste, le norme sulle Ipab, «attese da 16 anni» dice Claudio Sinigaglia, che riguardano 200 strutture e 35 mila anziani. «Tra le novità previste c’è la riduzione dei collegi dei revisori ad un unico membro, la cui nomina spetterà alla giunta – prosegue Sinigaglia – sicché, fatti due conti, la giunta potrà nominare la bellezza di 400 persone tra effettivi e supplenti», una forzatura che, secondo Francesca Zottis, «lede l’autonomia riconosciuta per legge alle Ipab, nonostante la Regione disponga già dei poteri per controllare i conti».
Altro punto contestato, il ridisegno del Parco Colli voluto con insistenza da Sergio Berlato dei Fratelli d’Italia (ieri protagonista di un incontro di maggioranza sul tema con i sindaci e le categorie della zona). «Di fatto si vuole smantellare il sistema delle aree protette, attraverso la riduzione di quest’ultime e la creazione di “aree contigue” che lascerebbero campo libero ai cacciatori ma anche all’edilizia – dicono Graziano Azzalin e Bruno Piggozzo -. Che ne pensano agriturismi, terme e operatori turistici che vivono delle bellezze del Parco? La norma sarà sicuramente impugnata». Di idea diametralmente opposta, ovviamente, Berlato: «La nostra proposta non tocca le riserve naturali ed è l’unico modo per affrontare l’emergenza dei cinghiali che stanno devastando i campi. I sindaci non hanno avuto alcunché da obiettare sui contenuti, ho registrato solo qualche perplessità sul metodo, c’è chi ha lamentato d’essere stato poco coinvolto».
Sempre nel collegato trovano spazio norme sulle assunzioni del personale in sanità («Vengono fortemente ridimensionate rispetto alla riforma votata dal consiglio – avverte Orietta Salemi – e si blocca l’apertura dei nuovi ospedali di comunità») e sulle infrastrutture, con l’allargamento del raggio d’azione di Cav e l’acquisto di nuove quote in Autovie, Autobrennero e Serenissima (embrione della holding autostradale del Nordest immaginata da Zaia), «ma non si dice nulla su Veneto Strade – lamenta Pigozzo – cui vengono dati 15 milioni sufficienti appena a pagare i 285 dipendenti. Così a giugno chiude». Infine, le cave: «La legge è del 1982 – ricorda Andrea Zanoni – e dev’essere aggiornata ma qui, con un paio di norme, si smantellano anche gli ultimi paletti rimasti, togliendo il parere vincolante delle Province, il limite del 3% sul terreno scavabile e del 30% sull’ampliamento delle cave esistenti, introducendo deroghe in zone industriali e di pregio ambientale».
In ogni caso, «non faremo ostruzionismo» assicurano i dem, ieri orfani della capogruppo Alessandra Moretti scesa a Roma per la direzione Pd. Ma Zanoni, andandosene, butta lì con nonchalance: «Avremo depositato dai 30 ai 50 emendamenti per ogni articolo». Pensa se avessero voluto fare ostruzionismo .
Il Corriere del Veneto – 8 dicembre 2016