Lo ha preso a pugni, scaraventato a terra, picchiato sbattendogli ripetutamente la testa contro il muro.
Alla fine di un pestaggio selvaggio Giovanni Bergantin, noto medico di famiglia cavarzerano, era ridotto a una maschera di sangue. Sono stati davvero attimi di terrore quelli vissuti al poliambulatorio della Cittadella sociosanitaria. Mancavano pochi minuti alle 20 quando le due infermiere e le due segretarie in servizio hanno visto entrare un uomo corpulento, molto agitato e che parlava a voce alta. Quell’orario di solito è un momento tranquillo nel poliambulatorio.
Ma il nuovo arrivato voleva a tutti i costi essere ricoverato in psichiatria. Un reparto che, peraltro, esiste solo a Chioggia e che a Cavarzere non c’è. Le infermiere hanno cercato di spiegarglielo gentilmente, ma a nulla sono valsi i loro sforzi: l’uomo si è avvicinato alla reception e ha cominciato ad urinare davanti al bancone. È stato a questo punto che il dottor Bergantin è intervenuto, in maniera pacata, e ha cercato di farlo smettere. Voleva tranquillizzarlo e tentare di farlo allontanare. Ma l’uomo si è rivoltato come una furia e ha cominciato a prenderlo a pugni. Una violenza inaudita che ha fatto finire il medico sul pavimento. Non contento l’energumeno gli ha afferrato la testa e ha cominciato a sbattergliela contro il muro. Non è andata meglio a un’infermiera e al medico di guardia che hanno cercato di sottrarre Bergantin dalle mani dell’uomo ricevendone in cambio pugni e botte. I due alla fine si sono messi in salvo tenendo lontano l’aggressore con una sedia.
Alla fine l’uomo è uscito e si è allontanato a bordo della sua Panda. I sanitari hanno chiamato i carabinieri che sono arrivati verso le 20.30. L’epilogo della storia però solo qualche ora dopo. I militari che lo hanno identificato come un quarantenne residente a Udine. Non è chiaro perché fosse finito a Cavarzere. Poco dopo l’uomo è stato sottoposto a un Tso e denunciato per l’aggressione al medico.
Bergantin ne avrà almeno per trenta giorni. Ha avuto fratture scomposte al volto, la rottura del setto nasale e con ogni probabilità dovrà essere sottoposto a un delicato intervento chirurgico.
La Nuova Venezia – 20 luglio 2017