«Dopo la catastrofe che ha colpito l’Abruzzo e l’eccezionale maltempo che ha investito molte regioni d’Italia, serve un piano straordinario di ricostruzione agricola e su questo ci aspettiamo un aiuto dall’Europa». Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, sta per partire per Bruxelles, dove oggi incontrerà il commissario per l’Agricolura, l’irlandese Phil Hogan.
Ministro, lei chiede un aiuto ma la Commissione europea vuole che l’Italia corregga i conti pubblici trovando 3,4 miliardi di euro.
«Le parole del presidente del Consiglio Gentiloni e del ministro dell’Economia Padoan sono state chiare e giuste. L’Italia è prioritariamente concentrata sugli interventi straordinari imposti da questa situazione eccezionale creata dal combinato del terremoto continuo e di calamità atmosferiche come non si vedevano da decenni. E la situazione è particolarmente grave per il sistema agricolo e agroalimentare che già era stato duramente colpito dalle precedenti scosse di terremoto nel Centro-Italia. Per questo è necessario un piano straordinario, che richiederà risorse economiche ingenti».
Quanto?
«Le stime andranno completate nelle prossime settimane. Partiamo dal fatto che nelle zone colpite lo sviluppo è molto legato alle produzioni agricole e agli allevamenti. Dobbiamo ricostruire impianti, serre, fienili, alloggi, aziende. L’economia di queste località è sottoposta a una durissima prova. Tante produzioni sono saltate. Rispetto agli interventi messi in campo fino a venti giorni fa ci vogliono nuovi sostegni diretti al reddito di agricoltori e allevatori e altri investimenti per la ricostruzione».
Cosa chiederà ad Hogan?
«Di aiutarci a liberare risorse dai fondi della politica agricola comune. Abbiamo già sbloccato 69 milioni di aiuti diretti alle aziende. A febbraio contiamo di sbloccare altri 54 milioni dei piani di sviluppo rurale e 12 milioni sempre di aiuti diretti a coprire il mancato reddito. Ma vorremmo alzare questa cifra a 35 milioni e in prospettiva a 50. Ci vuole però una deroga e per questo sto andando a Bruxelles. Dove porrò anche il tema di un intervento strategico di ricostruzione agricola».
Lei ha detto che è prematuro stimare le necessità, ma almeno per la prima fase del piano quanto servirebbe?
«Prima degli ultimi eventi avevamo stanziato i primi 300 milioni. Che ora, evidentemente, sono insufficienti. Siamo già ben oltre questa cifra, ma ripeto siamo ancora ad una prima analisi. Solo quando sarà finita l’emergenza potremo essere più precisi».
Il maltempo ha causato anche un’impennata dei prezzi di frutta e verdura. Il governo che fa?
«Noi siamo attenti a monitorare la situazione. Sappiamo che ci possono essere speculazioni. Le leve che il governo ha a disposizione per intervenire sono relative, ma intendiamo contrastare aumenti ingiustificati dei prezzi».
Il protezionismo rilanciato dal presidente americano Donald Trump può danneggiare la nostra agricoltura?
«Non nascondo la mia preoccupazione. Il settore agroalimentare italiano avrebbe molto da perdere se si tornasse a una stagione protezionistica. Abbiamo bisogno di relazioni commerciali più aperte,capaci di riconoscere la qualità delle nostre produzioni, non di nuovi dazi e barriere. Questo sarà un tema al centro dell’agenda della presidenza italiana del G7.
Il Corriere della Sera – 23 gennaio 2017