Una truffa troppo grossa per essere vera. Troppo evidente per non accorgersene. Così il ministro alle politiche agricole, Mario Catania, smentisce i risultati della relazione 2010 dei Carabinieri Mipaaf sulle quote latte. «Non può essere vero, coinvolgerebbe migliaia di aziende, centinaia di caseifici, un mln di tonnellate di latte importato in nero. Ce ne saremmo accorti. Certo, di errori amministrativi ce ne saranno a decine», chiosa il ministro. «Diverso è invece l’atteggiamento fraudolento. Prima di sostenere simili accuse gli investigatori devono provarle con riscontri sul campo, altrimenti si svergogna l’intero sistema delle dop». Catania questa volta non usa toni da governo sobrio, ma vocaboli incisivi.
E in un’intervista rilasciata a ItaliaOggi a margine della prima giornata di Fieragricola, interviene sull’inchiesta quote latte condotta proprio da ItaliaOggi nelle ultime settimane.
Dice Catania: «La relazione 2010 dei Carabinieri Mipaaf sulle quote latte, che ipotizza un finto splafonamento della quota produttiva nazionale condotto da Agea per coprire l’importazione dall’estero di latte in nero, fatto poi passare nel circuito per made in Italy, è priva di riscontri oggettivi sul campo. Agea e regioni hanno fatto una giudiziosa attività di verifica. Sono state controllate centinaia di aziende, una per una. Ma non è stato trovato alcun riscontro. La stessa attività investigativa dei Nac è stata messa al microscopio: non ci sono casi che confermano le denunce del colonnello Mantile» (Marco Paolo Mantile, tenente colonnello dei carabinieri).
Domanda. Ministro, la relazione Mantile, però, accusa proprio Agea di aver falsato il sistema e le regioni di non aver effettuato i controlli. È un po’ strano che a verificare l’esattezza del meccanismo e a smentire i Carabinieri siano solo i report delle due amministrazioni sotto accusa Risposta. Un fenomeno elusivo come quello descritto dalle relazioni dei Carabinieri presuppone che il 10% del latte italiano sia in realtà importato di nascosto.
Risposta. Se fosse vero, implicherebbe un illecito commesso da migliaia di aziende. Con un milione di tonnellate l’anno importato nel paese, senza che nessuno si sia accorto di nulla,. Neanche nelle regioni amministrate da governatori appartenenti a partiti vicini alle ragioni dei Cobas del latte». (Lega Nord, ndr).
D. Sulla questione stanno indagando 40 procure della repubblica.
R. E nessuna, a quanto risulta, ha rilevato ad oggi riscontri
D. Ma le inchieste sul meccanismo delle quote latte non sono state condotte dal solo Mantile. Il colonnello dei Carabinieri Mipaaf, Giuseppe Messina, prima, il generale della Guardia di Finanza, Natalino Lecca, poi. Quindi la relazione del magistrato amministrativo Nello Mariani, infine le relazioni del Generale dei carabinieri, Vincenzo Aloni, e per ultimo del colonnello Mantile. Tutti hanno denunciato gravi irregolarità, fino ad accuse non troppo velate a esponenti delle organizzazioni dei produttori che, in qualità di gestori del regime per cinque anni (commissione Lecca) o di intermediari nel mercato delle quote (informativa di polizia giudiziaria firmata Mantile), avrebbero favorito un meccanismo di assegnazione e compensazione di quote, che copriva l’import di latte in nero.
R. Senta, rimestando in questa materia lunga 20 anni possono venir fuori decine di errori amministrativi e sfasature di tutti i tipi. Come è proprio delle attività complesse condotte dagli uomini. Questo non deve stupire nessuno. Ogni attività della p.a., che riguarda migliaia di soggetti e milioni di dati si porta appresso discrasie, errori, inconguità. Ma da qui a buttare tutto il sistema ne passa. E’ come se la fiscalità generale venisse sospesa per qualche cartella pazza.
D. Perché non prende il toro per le corna?
R. Il ministro non ha competenze in materia. Non è ne pro ne contro qualsiasi tesi. Eppoi non voglio essere strumentalizzato. Il ministero e il ministro non sono entrati volutamente nel merito delle attività di controllo e mai hanno assunto iniziative nei confronti delle procure, per non lasciare dubbi a terzi che vi siano tesi precostituite. Mi limito a osservare che se ci fosse un fenomeno di quel genere, in 15 anni che rigiriamo questa roba, agenti e investigatori avrebbero trovato un riscontro. Eppoi, anziché scrivere la relazione 2010 si poteva andare in modo mirato a controllare aziende agricole e container. Bastava un controllo su un centinaio di aziende per verificare eventuali connivenze. Si rende conto che, se fosse vera l’ipotesi in questione, staremmo parlando di un milione di tonnellate di latte in nero? Una cifra enorme, che richiederebbe la complicità di migliaia di allevatori e centinaia di caseifici.
D. Come legge la questione allora?
R. Non so. Ma di fatto tutto questo si traduce in un grave danno al sistema delle dop. I controllori, prima di sposare tesi di questo tipo, devono fare verifiche approfondite. Le dop del caseario assorbono 4 o 5 miri di tonnellate di latte. Un mln di queste sarebbe in nero? Bisogna portare le prove! Chi ha responsabilità di governo deve guardare ai fatti.
D. Resta la cattiva gestione amministrativa di Agea. E, secondo quanto risulta a Italia0ggi, l’ex commissario straordinario per le quote latte, Paolo Gulinelli, potrebbe essere distaccato dall’Agenzia ad Agecontrol, proprio per risolvere la questione quote latte. Il che potrebbe rinfocolare i contrasti con il presidente Dario Fruscio, tornato alla guida dell’ente dopo aver vinto il ricorso al Consiglio di stato contro il commissariamento deciso dall’ex ministro Saverio Romano
R. Di Gulinelli non so nulla, ma sono molto preoccupato degli assetti di Agea. Dalle organizzazioni agricole arrivano continue segnalazioni di ritardi e disservizi nelle erogazioni degli aiuti. Abbiamo appena sbloccato pagamenti in sospeso per 340 mln, di cui 331 per la domanda unica 2011 a favore di circa 211.446 beneficiari. Altri 9 mln sono, invece, destinati ad aiuti alla promozione extra-Ue del vino e delle Dop, al miglioramento della qualità dell’olio e alla trasformazione dei foraggi essiccati. Ma è solo l’inizio. Sto chiamando i responsabili a vari livelli del sistema perché voglio risposte in termini di efficienza. Se le cose non andranno bene, interverrò.
D. Come? Cancellerà Agea o la riformerà?
R. Studierò interventi legislativi e amministrativi, che mettano in efficienza il sistema Agea-Sin
D. Qui a Fieragricola, il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, ha chiesto al governo un nuovo provvedimento a sostegno dell’agricoltura, giudicando insufficiente quanto fatto finora. L’ha definito un decreto «cresci sul serio Italia».
R. Quanto fatto finora col decreto liberalizzazioni, specie sull’obbligo dei contratti di fornitura in forma scritta di prodotti agricoli alla distribuzione è davvero importante. L’obbligo di pagare a 30 giorni le merci deperibili e a 60 giorni le altre non è da poco. Infatti suscita malumori e pressioni contrarie. Stiamo comunque lavorando a testo unico delle norme urgenti in agricoltura, un ddl di diverse decine di articoli, contenente disposizioni per rafforzare la tutela del made in Italy attraverso un potenziamento delle sanzioni, strumenti di rilancio per il settore, ma anche nuove misure di semplificazione e riorganizzazione. Il tutto a costo zero.
ItaliaOggi – 4 febbraio 2012