Dopo dieci anni e due direttori generali, Mario Po’ lascia l’Usl 8: un importante incarico lo attende, sempre nella sanità, ma questa volta a Venezia, dove ha accettato l’invito del neo direttore generale Giuseppe Dal Ben a seguire le strategie innovative della Usl veneziana e in particolare il project financing che riguarda anche qui due ospedali (L’Angelo di Mestre e il Santi Giovanni e Paolo di Venezia) e un importante centro di ricerca come il centro protonico di radioterapia.
«Ho colto l’opportunità di affrontare nuove sfide, ritenendo chiuso il processo di riforma della Usl asolana, iniziato sotto la direzione Redigolo», dice Po’, «Mi ritengo molto soddisfatto di quello che è stato fatto in questi anni. Lascio una Usl con molti punti di eccellenza anche in ambito internazionale e, devo essere sincero, non lascio nulla di incompiuto». Non si può non riconoscere che in questi dieci anni l’amministrazione della Usl retta da Mario Po’abbia messo mano a innovazioni importanti. «I servizi informatici non hanno paragoni in Italia. E questo ci è stato riconosciuto dai colossi del settore. Si va dalla logistica integrata del farmaco che, con l’uso di pochi clic, ha consentito all’Usl 8 risparmi in linea con quelli previsti dalla spending rewiew, al fattoche il 90 per cento dei referti non avviene più allo sportello, cosa unica in Italia. E questo perchè le novità informatiche sono state concepite pensando anche all’uso da parte del cittadino». Poi i project financing dei due ospedali di Montebelluna e Castelfranco, recentemente giudicati dalla Regione tra quelli più in equilibrio. «Senza questa novità, dove avremmo trovato 175 milioni di euro per i due ospedali?» continua Po’, «Ma c’è anche un terzo project financing di cui poco si parla: quello che riguarda la produzione di radiofarmaci anche a beneficio di altre Usl, dove Castelfranco può vantare impianti tra i più avanzati d’Europa». Il pensiero va anche alla riconversione degli ospedali chiusi, come Valdobbiadene e Crespano, «dove è stato mantenuto il carattere socio-sanitario di queste strutture», ma anche ad altre due iniziative di cui Po’ è particolarmente orgoglioso: «Si tratta della creazione dei due asili nido aziendali, il Nidotto a Montebelluna e il Pollicino a Castelfranco che mi ha occupato in prima persona». «Le innovazioni realizzate non hanno visto investimenti faraonici», conclude Po’, «ma sicuramente un cambiamento di mentalità».
La Tribuna di Treviso – 4 febbraio 2013