Per la Suprema Corte non sussiste a carico delle Asl l’obbligo di predisporre ed organizzare corsi di aggiornamento per i propri medici né un diritto dei medici ad ottenerli. La condotta dell’Azienda può essere censurata solo se abbia, ingiustificatamente, impedito ai medici la partecipazione alle iniziative di formazione continua, ma non esiste alcuna disposizione che la Asl a predisporre ed organizzare corsi di aggiornamento e formazione per i propri medici, né un diritto di questi ultimi di ottenere direttamente dall’Asl di appartenenza la promozione e l’organizzazione di tali attività. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 21817 depositata il 20 ottobre 2011.
La sentenza spiega che gli artt. 16 e 16 quater del Dlgs. n. 502 del 1992, nel prevedere una ripartizione della potestà legislativa tra Stato e Regione, non attribuiscono alle Asl alcuna autonoma titolarità, limitandosi queste a partecipare in via strumentale, previo accreditamento presso gli enti preposti (Commissione regionale per la formazione continua, Regioni e Province), alla realizzazione del programma di educazione continua in medicina (ECM), la cui gestione amministrativa è stata attribuita – con l’art. 2 della legge n. 244 del 2007 – all’Agenzia per i servizi sanitari regionali.
“Una pietra tombale per il sistema di formazione pubblico dei medici che si aggiunge al taglio del 50% delle risorse operato dal Governo Berlusconi”, commenta il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, ricordando che, “il Decreto Monti, inoltre, anticipa al 13 agosto 2012 la scadenza per l’introduzione delle sanzioni disciplinari da parte degli ordini professionali nei confronti dei medici che non raggiungono i crediti dovuti per la formazione continua.
“E’ inaccettabile – secondo Cozza – che da un lato le aziende sanitarie possano chiamarsi fuori dalla formazione dei medici mentre il Governo in modo schizofrenico riduce le risorse e punisce chi non si aggiorna. Si vuole mettere un’altra tassa sui medici pubblici, costringendoli a formarsi a proprie spese, quando nel vigente contratto si prevede che proprio le Asl garantiscono l’acquisizione dei crediti formativi e che in mancanza di questa garanzia non possono essere intraprese penalizzazioni”.
“La formazione per i medici è fondamentale, visti i continui progressi della ricerca, e non può essere privatizzata, demandandola solo all’industria farmaceutica e biomedicale. Per questo – conclude Cozza – chiediamo al Governo ed alle Regioni un tavolo di confronto”.
fonte: Quotidianosanita.it – 5 gennaio 2012