Non può essere licenziato il dipendente che scarica gratuitamente programmi direttamente dal pc d’ufficio, anche se l’azienda non aveva autorizzato l’installazione del programma.
Lo ha sottolineato la Cassazione, giudicando “eccessivo” il licenziamento inflitto a un dipendente della Bristol Myers Squibb di Roma, M.C., per avere installato sul pc aziendale il programma “eMule”, software non autorizzato dall’azienda e di averlo utilizzato in violazione della policy aziendale e del “codice di comportamento”.
A detta del datore di lavoro, questo comportamento «metteva a rischio la riservatezza dell’azienda stessa». Il dipendente era stato reintegrato nell’azienda nel dicembre 2006. Contro la reintegra la società ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo che l’installazione del programma sul pc aziendale era tale da «ledere l’elemento fiduciario in modo irreversibile». La sezione Lavoro ha bocciato la linea difensiva scelta dall’azienda e ha sottoscritto quanto già affermato dal giudice d’appello, che aveva ritenuto l’operato del dipendente «non di gravità tale da giustificare l’adozione della sanzione espulsiva».
27 novembre 2013 – Il Sole 24 Ore