Fa il barista in malattia? Non perde il posto Ingiusto il licenziamento dell’operaio che, assente per malattia a causa di una distorsione alla caviglia, lavora nel bar della moglie. Per la Corte di cassazione non tutte le attività comportano lo stesso grado di stress fisico: una cosa è salire e scendere dalle scale per riparare le linee telefoniche, come nel caso del ricorrente tecnico della Telecom, un’altra servire i clienti nel chiosco di famiglia e riordinare i tavoli.
Grazie a questa distinzione salva il posto l’operaio, licenziato dal datore che aveva considerato una giusta causa il suo impegno nel locale svolto nelle fasce di reperibilità. Per la Cassazione, invece, nessun contrasto con gli obblighi di buona fede: le condotte tenute erano «parificabili a quelle tenute di norma e ripetutamente nella propria casa». Corte di cassazione – Sezione lavoro – Sentenza 15476 del 14 settembre 2012
ilsole24ore.com – 20 settembre 2012