Nessuno tocchi la Casatella! La più recente fra le baruffe enogastronomiche di casa nostra è una sfida fra formaggi. Fondazione Cassamarca sponsorizza una «formagella» che si chiamerà «La Casata» e Coldiretti Treviso va su tutte le furie. «L’assonanza è troppo evidente, rischia di generare confusione tra i cittadini consumatori – interviene il direttore Antonio Maria Ciri -. Speriamo che una svista non diventi un clamoroso autogol. Oppure si tratta della consapevole bocciatura della valorizzazione di una nostra dop esistente?».
L’associazione non esclude di rivolgersi a un avvocato per tutelare la denominazione di origine protetta Casatella Trevigiana.
La polemica è partita quando Fondazione Cassamarca e Centro Veneto Formaggi hanno annunciato un’azione di promozione dei prodotti caseari del Grappa. «Progetto lodevole e da sostenere – continua Ciri -, ma creare un nuovo formaggio definito formagella molto morbida ma con crosta e chiamarla “La Casata” risulta un’iniziativa singolare e incomprensibile se pensiamo che la provincia di Treviso vanta l’unica dop, tra i formaggi a pasta molle, a livello nazionale che si chiama Casatella Trevigiana».
Di polemiche la Fondazione guidata da Dino De Poli ne ha gestite e affrontate parecchie negli ultimi anni, su operazioni urbanistiche, su acquisizioni, iniziative culturali e corsi universitari. Ma mai lì ai piani alti di Ca’ Spineda si sarebbero aspettati una vertenza sul nome di un formaggio. «Ciò che è grave è generare un nuovo progetto che va a scontrarsi con un prodotto protetto di casa nostra che con fatica e sacrifici ha ottenuto la denominazione di origine protetta – chiude il presidente -. Penso che Fondazione Cassamarca negli anni ha sempre dichiarato di valorizzare il territorio alzando l’asticella culturale delle sue iniziative in giro per il mondo. Questo episodio mi sorprende perché a livello culturale si va proprio contro le origini di un formaggio come la Casatella Trevigiana che ha dimostrato di avere una storia. Si poteva benissimo pensare a nomi originali e lontani dalla possibilità di dar vita a brutte copie della nostra Casatella Trevigiana Dop. Forse la Fondazione è stata mal consigliata. Basta che quello che è successo non diventi un clamoroso errore per il patrimonio caseario trevigiano».
Non bastava alla Marca la polemica con la Croazia sul Prosecco dei colli, raffinate bollicine del vitigno Glera, e il Prosek, vino bianco da dessert. È finita che i croati hanno dovuto cambiare nome perché era troppo simile a quello veneto e friulano. Chissà cosa succederà adesso alla Casata e alla Casatella.
Silvia Madiotto . Il Corriere del Veneto – 2 marzo 2017