È passato un mese dal caso dei pazienti traghettati dalla clinica odontoiatrica ospedaliera agli studi privati del primario Gian Antonio Favero, che per questo è stato indagato, e il lavoro investigativo dei Nas continua.
I carabinieri in questi giorni hanno ascoltato le testimonianze di almeno un centinaio di pazienti che hanno confermato di essere stati visitati nella struttura pubblica, e di essere stati poi «richiamati» dallo stesso primario, per sentirsi proporre uno sconto «a patto» di presentarsi in uno dei suoi studi privati, per eseguire il medesimo lavoro con un notevole sconto. La storia raccontata dai pazienti sentiti dai Nas è più o meno sempre la stessa: primo appuntamento, un colloquio informativo, visita rapida e preventivo «astronomico». Non in tutti i casi la cifra si aggirava sui 30mila euro, come quella certificata da Striscia la Notizia, a volte il lavoro era di poco conto. I pazienti hanno detto di essere stati visti da Favero, di aver avuto il suo biglietto da visita, e di essere stati ricontattati qualche giorno dopo il primo incontro per sentirsi fare una proposta nettamente più favorevole. Il lavoro, quindi sarebbe stato fatto in una delle cliniche private di Favero. Ecco che, a meno per quanto resta suffragato dai dati, l’ipotesi di abuso d’ufficio e violazione della privacy sarebbe suffragato dal testimonianze. I nomi delle persone sentite sono stati estrapolati da un incrocio tra il database dell’ospedale (oltre 1200 nomi) e quello delle cliniche private (circa 16 nel Veneto orientale e alcune anche all’estero). I carabinieri del Nas qualche giorno fa sono andati anche nei vari studi odontotecnici che riforniscono le cliniche del dottor Favero. Perché a fornire materiale odontoiatrico alle cliniche private del medico non è solo il laboratorio odontoprotesico «Dental Veneto» (che peraltro sta rifornendo la clinica ospedaliera senza aver vinto la gara prevista per il 2010). Ci sono anche piccoli centri che hanno forniture continuative con le cliniche del primario. Obiettivo degli investigatori, che hanno passato al setaccio come di prassi i laboratori, non ritrovando nulla fuori norma, è capire il costo «nudo» del materiale, e come da questo costo la clinica Favero riesca a creare un prezzo al ribasso pesantemente competitivo nei confronti della clinica pubblica. Un fatto è certificato: stando ai materiali di Dental Veneto i prezzi dei preventivi in clinica sarebbero stati quadruplicati. Ma nelle sue cliniche private quanto spendeva per i materiali Favero? E come costruiva con i suoi prezzi così competitivi?
Roberta Polese – Corriere del Veneto – 15 gennaio 2013