Se la virologa Ilaria Capua e la sua équipe di 70 ricercatori abbandonerà l’Istituto Zooprofilattico delle Venezia, ciò dipenderà dai contrasti con il direttore Igino Andrighetto e non da ostacoli di carattere finanziario all’espansione degli spazi di laboratorio richiesti dalla scienziata.
«Il problema», dichiara il governatore Luca Zaia, chiamato in causa da più parti «non è quello di comprare o meno i due piani della Torre della Città della Speranza, perché la Regione Veneto lo farà comunque, ci vada lei o meno, ma la mancanza del placet dell’Istituto Zooprofilattico al suo trasferimento». «Non c’era alcun bisogno di sentire il ministro», aggiunge in polemica indiretta con Antonio De Poli (Udc), autore di un’interpellanza a Balduzzi sulla vicenda. Zaia ha quindi anticipato che «Come soci, sia pure i più “pesanti” all’interno dell’Istituto, stiamo facendo alcuni ragionamenti, che renderemo pubblici nei prossimi giorni. Anche perché gli altri soci, che vogliono mantenere l’indipendenza della struttura, temendo che sia cannibalizzata dal Veneto, non hanno mai dimostrato alcuna disponibilità». Il riferimento è ai rappresentanti di Friuli-Venezia Giulia, Trento e Bolzano in consiglio d’amministrazioni, tenaci oppositori del trasferimento del gruppo di ricerca vaterinaria da Legnaro a Padova». «Se è così, Zaia deve chiedere ai soci extraveneti di mettere nero su bianco per quale motivo vogliono bloccare questa operazione andando contro gli interessi dell’Istituto», la replica di De Poli «così si fa solo un danno alla ricerca, che è libera e non ha confini».
Il Mattino di Padova – 5 dicembre 2012