Da ieri, ufficialmente, Stefano Casali non è più il capogruppo della Lista Tosi in consiglio regionale. Contemporaneamente, anche il consigliere Andrea Bassi ha abbandonato Tosi. Scelte politiche conosciute ormai da mesi, ma che solo ieri hanno trovato la conferma «ufficiale», visto che da ieri è nato in Regione il nuovo Gruppo Centro Destra Veneto.
A spiegare la svolta è lo stesso Bassi: «Nel 2015, dopo 19 anni, ho lasciato la Lega Nord per seguire Flavio Tosi – racconta – con un progetto semplice ed affascinante: restare indubitabilmente nel centro-destra cercando di riequilibrare una coalizione che, con lo strapotere di Salvini e l’allora inesistente Berlusconi, rischiava di apparire troppo estremista. Poi però – aggiunge – Alfano infatti me lo ritrovai subito alleato alle regionali mentre a distanza di due anni gli ammiccamenti con Renzi sono stati continui ed imbarazzanti, culminati col clamoroso sostegno dato da Flavio Tosi nella campagna per il SI al referendum, che io non ho condiviso, anche perché il nuovo progetto di Flavio sembra adesso essere quello di un nuovo partito, o meglio, di una federazione di partiti di centro che metta insieme Alfano, Tosi, Casini, Verdini e Zanetti». Critiche anche alla scelta di Tosi di candidare la fidanzata Bisinella: «Nulla di personale, per carità, anzi per quel che ho potuto vedere Patrizia è una brava senatrice ed è molto preparata, ma ritengo che ci fossero persone altrettanto valide che potevano essere scelte».
Dai vertici del mondo tosiano, l’immediata replica di Fabio Venturi: «Andrea Bassi esce, – tuona il presidente di Agec – tradendo gli elettori e Flavio Tosi, i quali gli hanno permesso di sedere sulla remuneratissima sedia che occupa in Regione Veneto». Venturi dice di voler ricordare a Bassi «che i nostri parlamentari non hanno mai votato una sola volta la fiducia ai Governi del Pd e che ad essersi candidato in una lista alleata ad Alfano è stato proprio lui alle Regionali 2015! Ma il massimo è che Bassi abbandona Flavio – prosegue – per seguire Stefano Casali, coordinatore veneto di Idea, partito di Gaetano Quagliariello. Quel Quagliariello che è stato ministro di un governo del Pd (Governo Letta), ha sostenuto in tutto e per tutto la riforma della Costituzione che secondo Bassi è orrenda (era il Ministro delle Riforme di Letta!) ed è stato coordinatore nazionale del partito di Alfano. Fatalità proprio ora la Lista Zaia – dice Venturi – mette ora a disposizione di Bassi e di Casali il terzo consigliere necessario (Fabiano Barbisan, fedelissimo del presidente, ndr) per la costituzione di un Gruppo autonomo in Regione, che significa ulteriori personale e fondi a disposizione, cioè “carèghe e schei” in veronese». Quanto a Stefano Casali, secondo Venturi «giova appena ricordare come nel 2015 avesse dichiarato di appartenere ad un’area che è la vera alternativa ai due Mattei ed all’immobilismo di Zaia’. Viva quindi – conclude il leader di Fare! – la lealtà e la coerenza!». Dalla sua Casali, fondatore di Verona Domani e tra i primi sostenitori di Federico Sboarina, ringrazia proprio Quagliariello «che ha abbandonato l’allora nuovo centro destra quando, nonostante il nome, virò come partito a sinistra e fu in prima linea con gli altri alleati nel promuovere il No al folle referendum renziano». Ricorda, infine, che alle regionali 2015 lui e Bassi presero, assieme, «ben più delle preferenze degli altri sette candidati».
Il Corriere del Veneto – 24 maggio 2017