Nominando i 9 direttori generali della nuova èra, venerdì il governatore Luca Zaia non aveva certo lesinato i toni enfatici: «La storia ha dedicato a noi questo passaggio strategico, dal 1° gennaio 2017 cambia il mondo». Siccome però Capodanno è caduto di domenica, eccoci a lunedì, nel vero giorno di effettivo debutto della riforma sanitaria. Ore 12, via Scrovegni a Padova, sede di quella che era l’Usl 16 e che adesso (con le ex 15 e 17) è la 6 Euganea: la rivoluzione c’è, ma (ancora) non si vede.
Tutto qui parla della vecchia Usl 16: la segnaletica in strada, l’indicazione sulla facciata, il cartello all’ingresso, finanche il tappeto sulla soglia. «Non è che con un colpo di bacchetta magica si possa cambiare tutto dall’oggi al domani», osserva una dipendente, in transito fra un ambulatorio e l’altro, in divisa bianca e anonimato d’ordinanza. L’ufficialità dei commenti è affidata alla piazza virtuale: su Facebook, dove il dg Domenico Scibetta esulta per il «fiocco rosa» di un’azienda «neonata e già adulta», l’infermiera Valentina assicura a nome dei colleghi che «nel nostro piccolo cercheremo di far sì che questa grande Ulss sia all’altezza delle prospettive» e la centralinista Barbara promette che sarà «al call-center, pronta come sempre ai cambiamenti».
Ecco, il profilo social caratterizzato dal nuovo logo con il leone di San Marco (e non più con la basilica del Santo), è uno dei pochi cambiamenti tangibili che gli utenti possono già riscontrare, insieme alla modifica degli indirizzi email (ora il dominio è «aulss6.veneto.it») e al banner che campeggia sul pregresso sito aziendale, peraltro tuttora attivo, per traghettare gli internauti al nuovo portale provinciale. «Ma per me che non capisco niente di questo Internet, in fondo cosa cambia?», chiede l’anziana Maria Pia, in attesa allo sportello con in mano un biglietto elimina-code che effettivamente indica ancora la precedente denominazione. «Tranquilla signora, quando si tratterà di chiederle dei soldi, questa “azienda Euganea” si farà subito conoscere», le risponde Pino, impiegato pubblico in pensione.
I soli avvisi che oggettivamente comunicano la svolta riguardano proprio il pagamento di ticket e prestazioni. Alle pareti è affisso, qua e là, un manifestino che spiega come procedere al tempo dell’azienda unica: riscuotitrici automatiche, casse con operatore, bonifico bancario, sportelli del Monte dei Paschi o versamento online. Qualunque sia l’opzione prescelta, l’Iban è quello di prima, ma adesso il conto è intestato all’«Azienda Ulss 6 Euganea». Una differenza che non pare contare molto per il muratore macedone Milazim,che ha già i suoi bei problemi ad intrattenere i suoi due bambini con una sola macchinina, mentre aspetta il turno su e giù per il corridoio: «Vivo qui con la mia famiglia, ho un lavoro e pago le tasse, la vostra sanità è buona, buonissima, è quello che mi basta». L’operaia padovana Evelina avrebbe però una domanda: «Adesso che l’azienda è una sola per tutta la provincia, si può pagare dove si vuole?». Non proprio, a leggere l’unica locandina che al momento annuncia la nascita della 6 Euganea, la più grande del Veneto con 103 Comuni e circa 945.000 abitanti: «I pagamenti si effettuano nelle sedi delle ex Ulss 15, 16 o 17 in cui verrà erogata la prestazione».
Due passi più in là, sulla bacheca sindacale, è appeso un volantino della Cgil, che di fronte all’accorpamento delle Usl e all’istituzione dell’Azienda Zero scandisce: «No Far West nelle aziende». Il comunicato ai lavoratori parla di atti aziendali, fabbisogni di personale, graduatorie concorsuali, processi di mobilità, spostamenti di dipendenti. Nulla che per ora sembri toccare da vicino la vita di chi è qui per un prelievo del sangue, il cambio del pediatra, la prenotazione di una visita. Arnaldo, ex insegnante, è l’unico con il giornale in mano: «Avevo letto che ci sarebbe stato il pannello con la foto gigante del direttore, ma forse negli ospedali?». Sì, ma stia sereno, per ora le maxi-facce non ci sono nemmeno lì.
Il Corriere del Veneto – 3 gennaio 2017