«Gentile contribuente», dalle banche dati dell’agenzia delle Entrate «risulterebbero spese apparentemente non compatibili» con i redditi dichiarati nel 2009; «è importante che lei valuti la compatibilità» fra redditi e spese, perché il Fisco «procederà ai necessari approfondimenti».
Benvenuti nel nuovo «redditometro», che dopo la riscrittura nella manovra estiva dell’anno scorso mette l’occhio su un ampio ventaglio di spese «indicative», e ai classici acquisti di aerei e barche affianca viaggi, contributi a colf e dipendenti, frequenza di centri benessere e acquisti d’arte, e che muove ora i primi passi reali. Lo fa con gli «avvisi» (annunciati sul Sole 24 Ore del 4 maggio scorso), che in questi giorni hanno cominciato a raggiungere i primi contribuenti caratterizzati da spese apparentemente troppo gonfie rispetto ai redditi dichiarati. I moltiplicatori che dovrebbero trasformare ogni tipologia di spesa in reddito presunto non si sono ancora affacciati, per cui è probabile che il confronto sia basato su entrate e uscite in valore assoluto di ogni contribuente: quando le spese superano del 20% le entrate, può diventare un problema.
Un incrocio “sfortunato” con il calendario fa arrivare le lettere del Fisco proprio nel pieno del dibattito sulla riscossione, che ieri è approdato all’Aula della Camera con il via libera a larghissima maggioranza alle mozioni di Pdl e Lega (e una parte di quella dell’Udc) che impegnano il Governo a una «pausa di riflessione» su procedure esecutive e strumenti “invasivi” anti-evasione. Le buste, inoltre, arrivano a pochi giorni dalla circolare 2011 sui controlli (si veda «Il Sole 24 Ore» del 19 maggio), in cui si annunciava che quest’anno l’Agenzia si sarebbe concentrata sui redditi 2007 e 2008, mentre il nuovo redditometro (su entrate e uscite dei contribuenti nel 2009) avrebbe debuttato davvero solo dal prossimo anno.
La contraddizione, però, è solo apparente, perché le comunicazioni mandate in questi giorni dall’Agenzia sembrano puntare più che altro sulla compliance, per dare una spinta all’adeguamento in dichiarazione dei contribuenti più «problematici», e per raggiungere questo obiettivo il calendario è obbligato. Due sono infatti le date da segnare in rosso: il 6 luglio, termine per il versamento degli acconti 2010, e il 30 settembre, data entro la quale si può sanare la situazione del 2009 senza pagare troppo pegno.
Date e obiettivo emergono chiaramente dalla lettera firmata da Attilio Befera, direttore dell’Agenzia. Il Fisco, infatti, suggerisce di «considerare con attenzione le opportunità di ravvedimento», che permettono di pagare le tasse mancanti e il 12,5% di sanzione (un ottavo del minimo) entro fine settembre, e consiglia di «tenere presente questa comunicazione anche ai fini dell’imminente dichiarazione 2010». In realtà per chi si ravvede la sanzione dovrebbe essere ancora quella vecchia, pari a un decimo del minimo, perché l’innalzamento a un ottavo previsto dalla legge di stabilità 2010 scatta per le violazioni commesse a partire da febbraio 2011, mentre qui si parla del 2009.
L’avviso, insomma, doveva partire ora per aiutare gli adeguamenti spontanei: a meno di errori o incongruenze, segnalabili all’Agenzia via web o telefonata ai centri di assistenza, chi non imbocca la strada pacifica e non ha spiegazioni alternative per le proprie spese (si veda anche l’articolo a fianco) si espone al rischio di sanzioni piene, perché nel nuovo meccanismo le spese che superano del 20% il reddito dichiarato potranno essere considerate entrate in nero, e generare imposta e sanzione (dal 100% al 200% dell’evaso).
I contribuenti potenzialmente interessati sono molti. La circolare sui controlli parlava di «alcune centinaia di migliaia» di casi di «forte sperequazione» fra redditi e spese, ed è a una platea come questa che si rivolge l’Agenzia (gli scostamenti più contenuti sono lontani dal centro della strategia del Fisco).
L’analisi che ha generato le lettere, come accennato, mescola elementi vecchi e nuovi. Gli acquisti di terreni e fabbricati, monitorati anche dalle banche dati del Territorio, e i movimenti su azioni, mutui e conferimenti di denaro, registrati dall’anagrafe tributaria e quella dei conti, si uniscono ai primi passi della «banca dati del lusso», pilastro del nuovo redditometro, che a regime spulcerà le spese in circa 100 voci indicative di reddito. Le rilevazioni di polizze e contributi, invece, sono il frutto delle intese con Inps e Inail, siglate l’estate scorsa per avviare lo scambio di dati del «grande occhio» fiscale
Ilsole24ore.com – 8 giugno 2011