L’operazione, gestita dalla banca d’affari Vitale, sarebbe infatti sul tavolo del gruppo Cremonini, anche se potrebbe esserci un tema antitrust, e della multinazionale brasiliana Jbs, una delle più grandi aziende di lavorazione della carne al mondo. Le offerte sarebbero previste nelle prossime settimane.
Tra i fondi di private equity che starebbero sondando il dossier ci sarebbero invece, fra gli altri, Capvest e Lion capital.
Simmenthal, il cui nome deriva da una valle svizzera, è un marchio iconico con 80 milioni circa di fatturato. A studiare la valorizzazione di Simmenthal è Bolton Group, proprietaria tra l’altro del marchio Manzotin, controllata dalla fiduciaria Spafid, anche se la multinazionale è riconducibile alla famiglia milanese Nissim. Quest’ultima ha rilevato il brand nel 2012 dall’americana Kraft Foods, che, dagli anni 90, era proprietaria del marchio.
La nascita della famosa carne in scatola è, invece, merito di Pietro Sada, commerciante milanese. Nel 1881 sperimentò nuovi processi di conservazione ed ebbe l’idea di mettere la sua carne in una scatola. La svolta commerciale ci fu però soltanto qualche anno dopo, quando in occasione della trasvolata delle Alpi in mongolfiera da parte dello svizzero Gondrand, furono scelte, come parte dei viveri, le scatolette di carne conservata. La pubblicità che derivò dall’evento fu enorme. Nel 1923 così il figlio di Pietro Sada, Gino Alfonso, fondò la Simmenthal come azienda, avviando la produzione di carne in gelatina.