Roma, 18 marzo (Adnkronos/Ign) – Il Parlamento Europeo dovra’ pronunciarsi entro la fine del mese sulla vicenda della carne proveniente da animali clonati.
E’ un tema al centro del Regolamento sui “Novel Food”, alimenti o ingredienti alimentari nuovi, per i quali e’ stato usato un processo produttivo diverso da quello convenzionale o su cui sono state effettuate modificazioni genetiche.
Questi prodotti, che hanno una struttura molecolare manipolata, non erano comparsi nella dieta dei cittadini europei prima del 15 maggio 1997. I parlamentari sarebbero orientati a trovare una mediazione per evitare che la cosiddetta “carne clonata” finisca sugli scaffali dei supermercati di tutta Europa. Rappresentanti di alcuni stati membri, tuttavia, sembrerebbero preferire un divieto legato solo alla “prima generazione” di animali sviluppati con le tecniche di clonazione.
Nell’attuale fase di conciliazione, in cui si cerca una mediazione tra posizioni distanti, il vicepresidente vicario del parlamento europeo, Gianni Pittella, ha spiegato che la proposta avanzata di inserire nel Regolamento un articolo in cui si precisa che nessun cibo da animali clonati, o loro discendenti, sara’ immesso nel mercato “potrebbe essere insufficiente a vietarlo”.
Scarso il gradimento in proposito, espresso dai cittadini europei e italiani in particolare. La maggioranza di loro infatti rifiuta per motivi ambientali, etici, sanitari ed economici la possibilita’ che latte, formaggi e carne provenienti da animali clonati finisca sulle tavole.
Secondo un’indagine dell’Eurobarometro, servizio della Commissione Europea che analizza le tendenze dell’opinione pubblica in tutti gli Stati membri e nei Paesi candidati, l’anno scorso il 60% degli intervistati ha dichiarato che gli animali clonati non rappresentano un’opportunita’ per l’economia nazionale, mentre solo il 23% si e’ espresso in modo opposto.
Il 64% degli interpellati, inoltre, ha sostenuto che la tecnologia non e’ necessariamente una garanzia di sicurezza per le generazioni future.