Fvm ha partecipato venerdì scorso ad un incontro al Ministero della salute sull’emergenza rappresentata dalla carenza di medici specialisti, nel corso del quale ha presentato le proprie proposte su fabbisogno di medici, veterinari, farmacisti e sanitari nel Ssn. Sono state chieste più borse di studio per gli specializzandi, una attenta programmazione per ciascuna disciplina e criteri uguali per tutti i futuri professionisti che dovranno sostituire i dirigenti in via di pensionamento, tenendo conto che perderemo il 40% dei medici, dei veterinari e dei sanitari in 5 anni
EEMERGENZA CARENZE PERSONALE MEDICO, VETERINARIO E SANITARIO (Farmacisti, Psicologi, Biologi, Fisici, Chimici)
7 SETTEMBRE 2018
Il numero chiuso nelle facoltà mediche e sanitarie ha regolato il flusso dei nuovi medici in modo adeguato al fabbisogno nazionale, ma l’assenza di programmazione dei percorsi di specializzazione ha impedito a decine di migliaia di medici laureati e abilitati di accedere alle scuole di specializzazione e di ottenere i titoli indispensabili per operare nel Ssn. L’età media del personale del Ssn è altissima e nei prossimi 5 anni sono previsti esodi pari al 40% degli attuali occupati. Si sta creando un vuoto allarmante.
Le Organizzazioni Sindacali dei medici, dei veterinari e dei sanitari del Ssn, insieme agli Assessori Regionali alla sanità, denunciano da anni una assenza di programmazione nell’avvicendamento e turn over del personale sanitario del SSN.
E’ finalmente evidente a tutti che occorrono con urgenza medici e sanitari specialisti in molte discipline. Il mancato rinnovo del contratto nazionale di oltre 140.000 professionisti e le sempre più faticose e rischiose condizioni di lavoro sollecitano i sanitari verso un anticipo della pensione utilizzando anche strumenti di “cumulo previdenziale” anche per riprendere nel privato l’esercizio libero professionale. In pratica stiamo consegnando ai competitor del Ssn i professionisti maturi creati dal Ssn.
L’assenza di una relazione tra il fabbisogno che deve essere soddisfatto anno dopo anno in seguito ai pensionamenti e il numero di laureati e poi di specialisti nelle diverse branche della medicina umana, della medicina veterinaria e delle professioni sanitarie sta semplicemente creando una situazione emergenziale che era stata precocemente preannunciata.
Le responsabilità di tale mancata programmazione devono essere imputate ai diversi Governi che, per la loro inerzia politica, non hanno ritenuto di assumere iniziative tecniche di analisi del fenomeno e di tentare di proporre ipotesi di confronto e di soluzione lasciando via via sguarniti interi reparti ospedalieri e servizi territoriali.
L’emergenza però non può autorizzare soluzioni tampone e forzature utili ad accorciare il percorso formativo e l’entrata in servizio attivo solo delle discipline carenti, il sistema va rivisto in modo unitario per tutte le professioni e per tutte le discipline.
Le soluzioni ordinarie risiedono in una seria programmazione per la quale occorre:
1. sbloccare il turn?over;
2. togliere il limite dell’1,4% alla spesa per il personale imposto dal patto della salute del 2001;
3. effettuare e mantenere un monitoraggio dei fabbisogni per ciascuna disciplina;
4. aumentare in modo adeguato i contratti di formazione specialistica dove occorre.
La situazione emergenziale che riguarda determinati settori non può, tuttavia, essere trascurata se non si vogliono penalizzare i cittadini razionando le prestazioni o chiudendo i presidi del Ssn a tutto vantaggio della sanità privata verso la quale si riversano oggi circa 40 miliardi di euro (out of pocket) di chi può pagarsi la sanità ma lasciando senza cura chi invece ha redditi insufficienti.
La soluzione ipotizzata nelle dichiarazioni rese alla stampa prevede che, laddove occorra coprire uno o più posti vacanti, si assumano come prima opzione i medici specializzati ma, in caso il concorso vada deserto per la mancanza di specialisti della disciplina, si possa attingere da una graduatoria successiva di medici specializzandi iscritti all’ultimo anno del corso universitario di specializzazione.
In tal caso si richiama l’attenzione ai seguenti punti che dimostrano come la soluzione proposta sarebbe oggi parziale e forzata e già domani inefficiente.
PUNTI DI FORZA
1. Assumendo gli specializzandi dell’ultimo anno del corso di specializzazione nel corso del 2019 si potrà avere la disponibilità di un gettito maggiore (doppio) di medici. L’Innovazione deve riguardare tutte le discipline mediche, quelle veterinarie, e quelle dei sanitari (farmacisti, psicologi, biologi, fisici, chimici) da inserire nei posti resisi vacanti e messi a concorso.
2. Se il medico, veterinario o il sanitario specializzando in questione va a coprire posti vacanti della dipendenza o convenzione non sarà più remunerato con i fondi della borsa di specializzazione ma sarà a carico del bilancio della ASL/AO che lo assume con contratto della dirigenza o con ACN della specialistica ambulatoriale.
3. In tal modo, ogni anno, si potrebbero liberare dal 20 al 25% delle le borse di specializzazione già oggi disponibili, che potranno quindi essere riassegnate ad altrettanti nuovi specializzandi.