Il 15 settembre Azienda Zero lancerà il primo bando per reclutare parte dei 500 medici non specialisti — i 320 destinati ai Pronto Soccorso — che la giunta Zaia, con le due delibere di Ferragosto, ha deciso di assumere per rispondere alla carenza di medici. I candidati promossi affronteranno a novembre tre mesi di formazione gratuita (uno teorico e due in corsia) a cura della Regione, per poi essere assunti con contratto a tempo determinato in primavera. Il 15 ottobre sarà invece indetta la gara — che si chiuderà il 15 novembre — per i 180 internisti e geriatri necessari agli ospedali del Veneto. Parallelamente, Palazzo Balbi apre alla proposta avanzata dagli Atenei di Padova e di Verona e dagli Ordini dei Medici di occupare i posti carenti anche con gli specializzandi.
E a tale proposito ieri mattina, a Venezia, si è tenuto un nuovo vertice tra le parti coordinato dall’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, e dal direttore generale di settore, Domenico Mantoan. «Abbiamo concordato un piano d’azione che prevede da parte delle due Università l’esatta ricognizione del numero di specializzandi già in tirocinio in corsia e quelli che potenzialmente potrebbero esservi immessi in anticipo rispetto all’ultimo anno di formazione — spiega Francesco Noce, presidente regionale dell’Ordine —. Nello stesso tempo la Regione ci fornirà il preciso quadro dei camici bianchi mancanti reparto per reparto». Atenei e Ordini hanno poi chiesto la turnazione degli specializzandi in tutte le strutture della rete formativa, che l’Università dovrà valutare se ampliare dagli ospedali hub a qualche spoke, «in modo da rendere possibile un loro corretto inserimento nei reparti e nei servizi territoriali salvaguardando la qualità della formazione e delle cure, oltre alla sicurezza dei pazienti». Istanza finale la stabilizzazione dei neolaureati precari già assunti e che gli Atenei prevedono di poter specializzare. Per discutere di tutto ciò, è stato aperto un tavolo tecnico che si riunirà per la prima volta lunedì mattina a Padova, in Azienda Zero.
«Abbiamo tutti lo stesso obiettivo — assicura il governatore Luca Zaia — garantire ai pazienti l’assistenza di cui hanno bisogno e risolvere una crisi nata a livello nazionale». «Si è concordata la riattivazione dell’Osservatorio regionale per la Formazione Specialistica, mentre a breve si riunirà il Comitato scientifico della Scuola di Sanità Pubblica, cui sarà affidata la parte teorica della formazione dei medici non specialisti», aggiunge Lanzarin. Ma sulle due delibere non si torna indietro. «L’Università ha aperto all’utilizzo in corsia degli specializzandi a partire dal secondo anno della loro formazione — spiega Zaia —. E’ positivo. Però noi confermiamo le scelte prese in emergenza e non ritiriamo le delibere. Ribadiamo che ci sono attività ospedaliere delegabili a non specialisti». Perciò accanto agli specializzandi in alcuni reparti lavoreranno o continueranno a lavorare i neolaureati.
IL CORRIERE DEL VENETO